SPIRAL Foundation: REFUGEE scART – MIGRANT ART: Spostamenti Coraggiosi Aiutando Riciclo Terra

1«Stazione Termini dove si smistano i destini di chi ha azzardato tutto per sbarcare. In un locale offerto dalla solidarietà pura, una squadra di rifugiati, undici, raccoglie plastica buttata via e la trasforma in oggetti utili e anche belli. Un laboratorio di pochi utensili dà scopo, dignità e valore alle loro mani buone a tutto. […] Spiral Foundation – www.spiralfoundation.org – ha aperto un’altra breccia nel muro dell’isolamento, facendo circolare l’aria fresca della fraternità».
Così Erri De Luca, scrittore napoletano, parla di Refugee scART, uno straordinario progetto umanitario, realizzato con il Patrocinio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) – Ufficio per il Sud Europa.
Refugee Scart nasce a Roma come progetto volto a coinvolgere un 2gruppo di coraggiosi rifugiati africani, che dopo aver viaggiato per mare e per terra, per sfuggire alle guerre, alle violenze e ai soprusi dei loro Paesi, giungono in Italia, con la speranza di trovare un lavoro, un tetto, una vita sana, la dignità che avevano perso nelle loro terre. Sbarcati in Italia, però, spesso i loro sogni si infrangono. Un Paese, che sembrava ai loro occhi rifugio sicuro, prende, invece, le sembianze degli affollati centri di prima accoglienza, delle strade fredde e pericolose, delle file alla Caritas per un pasto caldo, delle brandine delle parrocchie per riposare qualche ora o dei treni, su cui saltare alla meglio, per passare i confini. Uomini e donne, che sognavano un futuro migliore, si trovano a fare i conti con una realtà molto diversa.
3Eppure, a volte, basta poco per ingegnarsi, per fare tesoro di quel po’ che si ha per creare qualcosa di bello e magari redditizio. Refugee scART, il cui acronimo significa Spostamenti Coraggiosi Aiutando Riciclo Terra, lega l’arte del riciclo e la creatività dei rifugiati per offrire loro un impiego, contribuendo, allo stesso tempo, alla raccolta e al riciclo della plastica e di altri materiali per ricavarne oggetti da regalo o bigiotteria.
Questo progetto nasce grazie alla Spiral Foundation, il cui acronimo significa Spinning Potential Into Resources And Love (Trasformare le potenzialità umane in risorse e amore) – un’associazione internazionale attiva in Vietnam, che coinvolge più di mille persone 4con progetti umanitari, coordinata da Marichia Simcik Arese – in collaborazione con Binario 95 (www.binario95.it), Laboratorio 53 (www.laboratorio53.it) e il Centro Astalli (www.centroastalli.it).
Refugee scART è partito ad agosto, dall’idea di Marichia di lavorare in Italia con e per i rifugiati: dopo aver visto dagli Stati Uniti, dove abita, le immagini devastanti trasmesse dai media di quello che stava accadendo a Lampedusa, Marichia ha deciso di venire in Italia e utilizzare la sua ONG per creare qualcosa di meraviglioso ed utile. Ha presentato la sua idea e alcuni rifugiati, tutti provenienti da paesi africani, hanno deciso di seguirla. Prima vagavano tutto il giorno senza meta e speranza per la stazione Termini in attesa di poter rientrare nei centri la sera, ora, invece, sono parte di un gruppo, si sentono utili e possono esprimere liberamente la loro creatività, comunicando i colori e i valori della cultura etnica, del loro senso estetico.
5L’idea alla base dei progetti realizzati dalla Spiral Foundation è quella di utilizzare materiali di scarto perché non costano niente, così tutti i ricavati dalle vendite degli oggetti artigianali, prodotti nei paesi in cui in cui la fondazione opera, Vietnam e Nepal, daranno salari equi agli artigiani e finanzieranno progetti a beneficio della comunità. La stessa idea anima Refugee scART: il ricavato della vendita andrà interamente ai rifugiati.
I materiali riusati sono vari: plastiche, tessuti etnici di scarto, incarti di cibo liofilizzato, scarti di filo telefonico, tutto ciò che è immondizia e che nelle mani di questi promettenti artigiani si trasforma in piccoli tesori.
Refugee scART produce lavoro, riscatto dalla miseria e dalle sofferenze, risorse per migliorare la qualità della vita e salvaguardare e rispettare l’ambiente, ridando dignità agli uomini e nuova vita alle cose che ci circondano.
L’augurio è che questo sia soltanto il seme iniziale di un’esperienza che potrebbe essere esportata e replicata, dando non solo un impiego ai rifugiati, ma creando una vera e propria professione e contribuendo, allo stesso tempo, al benessere dell’ambiente e della comunità.

Giuseppina Amalia Spampanato