Rosato, oggi un vino di qualità, perfetto sia con la pizza che con i piatti di Alta Cucina-Fotogallery

A cura di Teresa Lucianelli
Dalla prima edizione di Sorrento Rosé, emergono gli obiettivi da perseguire per dare il giusto slancio ai vini rosé, una nuova miniera per l’economia italiana, soprattutto nell’esportazione, a partire dagli USA. Tutti i dati salienti, i particolari, le dichiarazioni degli eccellenti, le curiosità, i nomi dei partecipanti, regione per regione
I vini rosati oggi hanno tutte le carte in regola per esigere pari dignità dei bianchi e dei rossi. È quanto emerso a Sorrento Rosé, prima edizione del festival internazionale dedicato a questa tipologia di vini, che sì è svolto nel capoluogo della Penisola sorrentina, organizzato dall’associazione nazionale de Le donne del Vino, con il sostanziale sostegno della Delegazione campana guidata da Lorella Di Porzio. A cominciare dalla presidente Donatella Cinelli Colombini che ha condiviso in pieno l’idea lanciata in occasione della centrale tavola rotonda al Grand Hotel Europa Palace di Sorrento dedicata al connubio rosé-pizza, sul quale tutti i relatori hanno scommesso, che ha consentito di individuare gli obiettivi da perseguire.
Il rosato deve diventare un vino “gastronomico”, in abbinamento con la pizza, ed in alleanza con il pomodoro quale anello di congiunzione, ovvero deve giungere ad essere un punto di riferimento specifico con adeguato ritorno di richiesta da parte dell’utenza, ha evidenziato Luciano Pignataro.
Deve essere continuamente coltivata la qualità per una crescita sostanziale, di immagine ed economica; occorre un impegno collettivo per permettere al rosato di conquistare un proprio ruolo definito e maggiore considerazione sul mercato internazionale ed estero, dove vi è già una richiesta in continuo aumento, innanzitutto negli USA.
Confortanti i numeri di questa kermesse che è partita già famosa ancora prima di incominciare. Più 60 produttrici ufficialmente coinvolte, su 750 donne del vino italiane, oltre alle straniere, hanno chiesto maggiore dignità per i rosati che oggi meritano sicuramente un ruolo di prestigio, alla luce di una crescita sostanziale di qualità e, come indicato dalla responsabile della Delegazione campana Lorella Di Porzio, “un’offerta in termini di prestazioni e caratteristiche, vasta e variegata, dalle ampie potenzialità, che consente un’ampia oltre che versatile possibilità di connubi di sicura riuscita”.
L’evento ha oltremodo consentito di sfatare pubblicamente i limiti che hanno penalizzato per tanto tempo il vino rosato quale “vino estivo, adatto a palati poco esperti e incapace di invecchiare”, per non parlare della fama infangante di vini annacquato, scarto delle migliori produzioni di rosso, indicato per chi si accontenta.
I vari relatori hanno sostenuto a ragion veduta, con ampie motivazioni, il rosato. Tra essi, nomi famosi come la madrina di Sorrento Rosé Linda Bastianich; pro rosé lo chef pizzaiolo Antonino Esposito, che lo propone in abbinamento perfetto con la sua ultima creazione di pizza d’inizio estate. Ancora, Nicoletta Gargiulo, presidente Ais Campania che ha dato rilievo all’”ottimo abbinamento con il panuozzo e con pizze consistenti soprattutto con salumi”, oltre che al confortante aumento di richiesta nelle pizzerie della presenza del sommelier, quale figura sempre più presente.
Tra i pareri pro-rosé di rilievo, quello dell’ esperta di settore Livia Addario Iaccarino, dello stellatissimo Don Alfonso 1890, ristorante d’eccellenza numero uno in Italia e quinto del Pianeta a giudizio della clientela mondiale.
“Il vino rosato deve puntare all’eccellenza qualitativa: grazie alla sua versatilità, le migliori produzioni possono accompagnare diversi piatti gourmet” – ha commentato l’enogastronoma, integrando quanto detto dalla presidente Cinelli Colombini :”Le nuove tipologie nascono come vini premium e maturano spesso in fusti di rovere, meritano quindi a pieno titolo di essere prese sul serio”.
Aumento dei consumi costante negli Stati Uniti – che fa ben sperare in una richiesta ancora maggiore – confermato dalla Bastianich, chef e titolare di una catena di ristoranti italoamericana ed ancora dalla presenza significativa all’evento inaugurale della console generale USA Mary Ellen Countryman, tra l’altro estimatrice dei rosati.
“Gli americani amano l’Italia, soprattutto il cibo ed il vino, e vogliono sapere come sì produce il vino, come sì fa la pizza, raccontateglielo”- ha esortato Linda, rivolta alla platea.
L’Italia in volume è il secondo esportatore del Pianeta con il 16%; in Usa, le vendite l’anno scorso sono giunte ad 816 milioni di dollari di fatturato (6,8%). 24 milioni di ettolitri la produzione mondiale, il 10% del consumo del Pianeta, ovvero su 10 bottiglie di vino una è rosé, e di queste 4 su 10 vengono esportate, di qui il soprannome di “vino con la valigia”.
Di grande interesse ed anche caustico l’intervento di Antonino Esposito incentrato su: tracciabilità degli ingredienti a partire dagli impasti delle pizze, sollecitando la chiarezza nell’informazione al cliente nel rispetto dell’etica e dell’onestà. Antonino ha spiegato che alcuni impasti richiedono più ore di lievitazione per le farine usate mentre ad altre farine ne bastano meno, di conseguenza il tempo di lievitazione non è indicativo della qualità. Le lunghe lievitazioni tanto decantate, non sono quindi da considerare indispensabili per un signor impasto. Ha inoltre indicato come valutare una pizza buona e soprattutto salutare.
“Va degustata lentamente, spicchio dopo spicchio, al pari di un calice di vino, diffidando se quando si intiepidisce e poi si raffredda la masticazione e la deglutizione diventano difficili. Notate se rimane gustosa, appetitosa, invitante fino all’ultimo boccone, così come il vino all’ultimo sorso” – ha suggerito lo chef pizzaiolo, che ha pure invitato il qualificato pubblico presente – 50 giornalisti di settore accreditati e molti altri esperti a vario titolo – ed un particolare i rappresentanti dei Media affinché possano informare l’utenza, ad una maggiore attenzione sulle indicazioni degli ingredienti contenuti nelle materie utilizzate, nel caso specifico delle farine, all’acido ascorbico e solfato di potassio e non solo, oltre che al tipo di raffinazione che spesso penalizza elementi fondamentali per la tutela della salute. Ed ha richiamato l’attenzione pure sul fondamentale ruolo svolto dai picccoli Molino dove vengono prodotte farine di grande qualità, che non possono avere sempre lo stesso grado di umidità e caratteristiche assolutamente costanti e che per tale motivo richiedono pizzaioli competenti. Quindi, vengono usate solo da chi ha un’ottima preparazione, mentre quelle industrializzate, prodotte dai “giganti”, rendono facile il compito dei pizzaioli meno esperti, ma sacrificano spesso l’alta qualità ed usano tipi di raffinazione non sempre rispettosa della tutela dei nutrienti e che possono influire sullo sviluppo di intolleranze alimentari, per non parlare dei conservanti usati per allungare la data di scadenza.
Hanno partecipato al dibattito pure le autrici del libro “La Buona Pizza” Tania Mauri e Luciana Squadrilli.
Tra gli ospiti di rilievo, la delegazione delle Women of Wine della Croazia, organizzatrici del noto Pink Festival di Zagabria.
All’inaugurazione a Villa Fiorentino, sede della Fondazione Sorrento, anche il sindaco Giuseppe Cuomo e l’amministratore delegato della Fondazione, Gaetano Milano. Mille i visitatori.
“Il rosè ci consente di scoprire sapori nuovi, insieme alle eccellenze del cibo del nostro territorio”, ha affermato il primo cittadino, salutando con entusiasmo la scelta di Sorrento quale location per la seconda edizione della manifestazione, nel 2018.
Nell’occasione, mostra fotografica sul mondo del vino, musica dal vivo a cura dei Mojis, presentazione Album “Migrations”; in concomitanza, la mostra di Raffaele Celentano, photo exhibition ” The Italians”.
Dedicato alla madrina ed a tutte Le Donne del Vino, l’applaudito ricevimento sulla panoramicissima terrazza dell’Europa Palace curata dalla chef Marina Ramasso e dallo chef resident Aniello Valestra a capo della sua Brigata: Giuseppe Criscuolo, Francesco Scarpato, Pasquale Schettino, Armando Montagna e maître Salvatore Caputo, sotto l’egida dei titolari Salvatore ed Annamaria Ercolano, e la direzione di Raffaele Ercolano.
Inoltre, la riuscita anteprima gastronomica, da Acqu ‘ e sale, firmata da Antonino Esposito e dal suo chef resident Gennaro Vingiano.
Infine, la cena di gala preparata dagli studenti del San Paolo, con la guida di Peppe e Federico Aversa dello stellato Il Buco e dei docenti dell’istituto di Sorrento.
Particolarmente te impegnate le Donne del Vino Campane, guidate dalla ristoratrice Lorella Di Porzio (Umberto): le produttrici Milena Pepe (Tenuta Cavalier Pepe), Benigna Sorrentino (Sorrentino Vini), Daniela Mastroberardino (Terredora di Paolo), Alessia Canarino (Antica Hirpinia), Grazia Formisano (Donna Grazia), Patrizia Malanga (Le Vigne di Raito), Maria Coppola (Cantina dei Monaci), Emanuela Russo (Cantine Astroni), Anna Maria Famiglietti (Cantine Famiglietti), Mara Portolano (Portolano Vini); le ristoratrici Franca Di Mauro (Il Cellaio di Don Gennaro); i sommelier: Daniela Prisco; Marianna Cotecchia; Irene Iolanda Minasola; Adele Elisabetta Granieri; Fosca Tortorelli.
Per le altre regioni: Abruzzo: Aurelia Mucci (Cantine Mucci), Marina Cvetic (Tenuta Masciarelli), Caterina Cornacchia (Barone Cornacchia), Valentina di Camillo (Tenuta I Fauri).
Basilicata: Carolin Martino (Casa vinicola Armando Martino), Tiziana Mori (Re Manfredi).
Emilia Romagna: Milena Falcioni (Podere dell’Angelo), Gaia Bucciarelli (Santa Giustina).
Friuli Venezia Giulia: Elisabetta Foffani (Agricola Foffani), Alberta Maria Bulfon (I vini di Emilio Bulfon), Elisabetta Puiatti (Villa Parens), Anna Brisotto (San Simone di Brisotto), Antonella Cantarutti (Cantarutti Alfieri), Annette Lizotte (Tenute Tomasella), Giulia Bianchini (Forchir).
Lombardia: Pia Donata Berlucchi (Fratelli Berlucchi), Ottavia Giorgi di Vistarino (Conte Giorgi di Vistarino).
Piemonte: Elena Bonelli (Ettore Germano), Laura Zavattaro (La Scamuzza), Silvia Castagnero (Silvia Castagnero), Ivana Brignolo Miroglio (Tenuta Carretta), Michela Marenco (Marenco), Magda Pedrini (Magda Pedrini), Mariuccia Borio (Cascina Castlèt).
Puglia: Francesca Bruni (Vetrere), Romina Leopardi (Tenute Rubino), Maria Chiara MInoia (Cantine Fiorentino), Sonia Imperatore (Imperatore), Maria Teresa Basile e Marzia Varvaglione (Varvaglione Vigne&Vini), Marianna Cardone (Cardone), Sabrina Soloperto (Soloperto), Renata Garofano (Garofano Vigneti e Cantine), Anna Gennari (Consorzio Produttori Vini), Tiziana Mori (Castello Monaci), Maria Teresa Vallone (Vallone), Marika Maggi (La Marchesa), Roberta d’Arpa (Paolo Leo), Barbara Mottura (Mottura), Lenka Niedobova (Apollonio),
Sardegna: Valentina Argiolas (Argiolas), Elisabetta Pala (Pala).
Sicilia: Roberta Urso (Cantine Settesoli), José Rallo (Donnafugata), Roberta Urso (Mandrarossa), Valentina Nicodemo (Judeka).
Toscana: Maria Giulia Frova (Il Corno), Maria Antonietta Corsi (Castello di Querceto), Antonella D’Isanto (I Balzini), Tiziana Frescobaldi (Marchesi de’ Frescobaldi), Annabella Pascale (Tenuta Artimino), Donatella Cinelli Colombini (Casato Prime Donne).
Trentino Alto Adige: Maddalena Nardin (Villa Corniole), Elena Walch (Elena Walch), Roberta Giuriali (Maso Martis), Barbara Mottini Scienza (Vallarom), Camilla Lunelli (Ferrari), Chiara Simoni (Cantine Monfort), Christine Endrici Kemmler (Endrizzi), Judhit Rottensteiner (Hans Rottensteiner), Lucia Letrari (Letrari), Romina Togn (Gaierhof), Elisabetta Donati (Marco Donati).
Veneto: Nadia Zenato (Zenato), Alessandra Boscaini (Masi Agricola), Nunzia Sarpone (Bortolomiol).
Fotografo della kermesse, Luigi Coppola.
La manifestazione ha goduto del patrocinio di: Comune di Sorrento, Regione Campania; partnership di Ais Campania; sostegno di sponsor: Vetreria Etrusca, Campania, ABC Travel, Villa Fiorentino, Banca di Credito Popolare – filiale di Torre del Greco, Mormile, Pourquoi Me; per gli allestimenti a Villa Fiorentino, Rete per il packaging sostenibile: 100% Campania che ha impiegato materiale ecosostenibile e con cartone riciclato, ed insieme a Brevetti Waf, ha realizzato le spumantiere riutilizzando gli scarti dei supporti siliconi delle etichette autoadesive.