Quando i dilettanti superano i professionisti

dilettantiSi può definire dilettante chi, autore, regista attore teatrale e quant’altro, riesce ad ogni esibizione a riempire i teatri? Abbiamo già avuto modo di parlare della compagnia “LA RIBALTA”, l’amorevole creatura di PASQUALE ESPOSITO e di sua moglie SILVANA PETTI, formata da entusiastici dilettanti che, guidati dai due coniugi, hanno sempre recitato e recitano con inaspettata ed incontestabile bravura. Sono, dilettanti tutti impegnati inattività lavorativa che,senza alcun scopo di lucro,rinunciano al loro “tempo libero” per prepararsi a regalare una risata, ed anche per contribuire ad un’opera di bene. Loro sfera di azione è, soprattutto, il teatro comico napoletano, ed il migliore riconoscimento alla loro bravura sono le irrefrenabili risate del pubblico che sempre più numeroso affolla le sale.
“Ch’ s’adda fa’ pè campà – Commedia in due atti e un epilogo di Massimo e Domenico Canzano – Regia Pasquale Esposito – Direzione Artistica Silvana Petti
Un vero e proprio spaccato di napoletanità “Verace” di un tempo che racchiude l’incredulità, l’ingenuità e la faciloneria di noi Napoletani che dell’arte di arrangiarsi siamo maestri.
L’azione si svolge a Napoli durante la seconda guerra mondiale, in un basso, uno dei tanti di quei vicoli stretti della nostra città, dove abita la famiglia Capece.
Il capofamiglia ,Camillo, cerca di guadagnare qualche soldo per mantenere i suoi figli “maschi” e la moglie Carmelina con imbrogli vari mentre quest’ultima poverina si dà da fare onestamente a rammendare vestiti . Camillo insieme all’ inseparabile amico Salvatore trova il mezzo per fare soldi.
Pensano con l’aiuto di un “maestro” di insegnare ai giovani Arturo e Gennaro le movenze e gli atteggiamenti da donna per poi adescare i soldati americani, portarli in casa, ubriacarli e derubarli.
Carmelina all’oscuro di tutto, crede che i figli siano vittime di un “malocchio” ed interpella una medium per esorcizzare la cosiddetta “fattura”. Ci riuscirà? Vediamo insieme cosa accade…”

a cura di Salvatore Mondò