Panama

1Fare amicizia con i delfini e nuotare fra le stelle marine, conoscere un’antica civiltà o ammirare donne sui tacchi dodici, fare bird watching o osservare le navi di passaggio: anche questa è America.

Attenzione alle zanzare: a Panama sono squadriglie di cacciabombardieri che pungono ovunque, in città, al mare e nei parchi dell’entroterra. Meglio armarsi di potenti repellenti e spararseli sulla pelle senza pietà.

Il topless, con un provvedimento molto civile, è vietato per gli uomini nelle strade cittadine. Dunque girare senza la maglietta non è consentito neppure quando fa molto caldo. Multe severe in agguato.

Casco Vejo, la zona coloniale di Panama City, merita attenzione, in tutti i sensi. Begli edifici, ristrutturazioni ancora in corso, ma anche qualche rischio: meglio girare con non più di cento dollari in tasca e senza gioielli o orologi preziosi e vistosi. Giusto per non avere né paura né rimpianti.

C’è chi l’ha fatto e lo descrive come un’avventura formidabile: in nave verso la Colombia attraverso il golfo di Darién (antico nome del Golfo di Urabà), magari partendo dall’arcipelago di San Blas, sulla rotta del Racconto di un naufrago di Gabriel Garcìa Marquez. Ma attenzione ai carichi illeciti: queste sono zone dove può capitare di tutto.

2Uno sguardo sul Canale, 80 chilometri che sono il mito di questo Paese. Ogni anno ci passano 14 mila imbarcazioni. Tre sistemi di doppie chiuse regolano il flusso, con pedaggi che in genere sono intorno ai 50 mila dollari, ma possono arrivare fino a 200 mila, per le grandi navi da crociera. Il pedaggio più basso, meno di mezzo dollaro, è stato pagato da Richard Halliburton, che nel 1928 lo attraversò a nuoto. Panama City è la capitale più cosmopolita dell’America Centrale. I panamensi (che in realtà si considerano nordamericani) adorano l’eleganza e a volte esagerano: le donne svettano su tacchi 12 e nei locali non si entra in scarpe da ginnastica. Ricordatevelo perché, davvero, i buttafuori non fanno sconti neanche agli stranieri: vi inchiodano lì, sul marciapiedi. Il parcheggio è un incubo e dunque, largo ai taxi o alle auto a noleggio, che comunque non hanno costi proibitivi. Alloggio sfarzoso al Cesar Park, cena di pesce al Siete Mares. Vita da sub, a Panama. Le immersioni nel Parque Nacional Coiba hanno pochi eguali. Si può anche andare a caccia di antichi tesori sepolti intorno alla baia di Portobelo.

S3anta Catalina, con i più grandi break dell’America Centrale per una grandiosa esperienza di surf. Per dirla con il loro gergo, onde destre e sinistre, splendidi tubi. A terra, invece, atmosfera rilassata in questo villaggio che vive di pesca e non è ancora stato scoperto dal turismo di massa.

Una delle occasioni clou è l’incontro con il popolo Kuna, comunità precolombiana originaria del territorio di Panama. Vivono nell’arcipelago di San Blas, nel mar dei Caraibi, e sono fieramente legati alle tradizioni. Le donne indossano gonne coloratissime, gioielli d’oro e spesso hanno il naso tatuato con una linea nera. Belle le molas, pannelli di tessuto realizzati a mano dalle Kuna: sono considerati l’oggetto più prezioso dell’artigiano panamense.

L’arcipelago di San Blas è stupefacente. Senza troppi confort, conserva una natura intatta che si esprime al meglio in tre isolotti: Los Grullos, Holandeses e Ordupuquip. Mare verde smeraldo e fondali corallini. Da non perdere anche l’Isla Tigre.

Isla Bastimentos, invece, il gioiello dell’arcipelago di Bocas del Toro. E’ il vero Caribe panamense, popolato in buona parte da neri che parlano inglese (una piccola Jamaica), con spiagge selvagge orlate da palme e isolotti ricoperti di mangrovie. La spiaggia più bella è Wizard Beach, detta anche Palya Primera.

Le stelle marine popolano la spiaggia di Boca del Drago, sul versante occidentale di Isla Colòn. Atmosfera tranquilla e rilassata e le stelle fanno impazzire i bambini. Ottime possibilità di snorkeling, se si ha fortuna anche accompagnati da qualche delfino saltellante.

4Gli amanti della pesca sportiva possono salpare nel Golfo dei Chiriqui, nelle isole di Las Perlas o nella penisola di Azuero a caccia di Merlin azzurro, nero e di pesci vela. A Baia Pinas, sul versante del Pacifico, sono stati battuti più record di pesca d’altura che in qualsiasi altro posto al mondo.

Le perle e i gioielli, considerata anche la vicinanza con Colombia e Brasile, possono essere ottime occasioni o gigantesche fregature. Scegliere indirizzi affidabili: fra questi, la Joyeria La Huaca, di fronte all’hotel Riande Continental.

Gli appassionati di bird watching adorano Cana, arroccata sulle colline ai piedi del versante orientale del Cerro Pirre. Antica città mineraria, è punto di partenza per escursioni alla caccia, ma soltanto visiva, di splendidi uccelli tropicali come are, tucani, quetzal, motmot e trogoni.

Il tramonto più bello è sul palcoscenico di Traffic Island a Isla Amador: tavoli all’aperto affacciati sul mare e, sullo sfondo, i grattacieli di Panama City. Punto d’incontro della città, offre buoni cocktail – splendida la sangria – e musica dal vivo, soprattutto salsa e merengue. Per un inizio serata all’insegna dell’allegria. Ma anche la piccola isola di Taboga è un gioiello, a poche miglia marine dalla città, nell’Oceano Pacifico.

Animata e irriverente, la vita notturna panamense si concentra nella capitale: Liquid, Deep Room, Opah sono le storiche discoteche, semrpe affollate. Gay e lesbiche si ritrovano al BLG oppure al Punto G che ha grande fama per la squadriglia di baristi a torso nudo.

Roberta Morano