L’immagine… poesia: in mostra presso l’Apotheca artport

IMG00177-20101030-1952I caldi profili delle colline, dei pendii e delle marine si poggiano con sensuale delicatezza sulle tele per un’immersione totale nel paesaggio è la collettiva “L’immagine… poesia” in mostra presso l’Apotheca artport fino al prossimo 16 novembre. Lo spazio multidisciplinare di Nicola Fasano, medico prestato all’arte, accoglie nei suoi ambienti ospitali e minimali le opere di Salvatore De Curtis, Roberto Mantellini e Lucio Statti, tre artisti molto diversi tra loro per stile e prodotto ma uniti da un comune sentire, l’amore verso quell’orizzonte filmico che invade lo sguardo. «Ho pensato ad una mostra calda, autunnale, in linea con l’eleganza e la sobrietà dell’Apotheca artport ma vicina al contemporaneo». Così Fasano descrive l’evento, penultimo appuntamento della stagione espositiva e preludio di un calendario 2011 fitto e intenso; a breve, infatti, IMG00178-20101030-1952l’istrionico oculista puteolano aprirà un altro spazio, una naturale appendice delle ampie sale di via Solfatara, dove la filosofia della fruibilità e dell’ospitalità saranno centrali e affiancheranno un’agenda davvero interessante. Alle pareti bianche, sotto luci discrete, si collocano le opere, tutte recenti, dei tre artisti: si passa dei toni seppiati, plumbei e metallici di Statti, ai colori vivaci di Mantellini, che esalta Napoli nella sua più nota iconografia, con un’audacia cromatica che rivela l’animo festoso della città, passando per lIMG00179-20101030-1953e nature boscose di De Curtis così cariche di mistero e sempre velate di pioggia da provocare nello sguardo dell’osservatore un umidore emotivo. La pennellata piena e vibrante si carica di talento e inventiva, aggiungendo al paesaggio rappresentato una nota personale che imprime al soggetto uno scenario intrinseco, una profondità altra costellata di emozioni e avventura, un invito a entrare nell’opera e iniziare il proprio viaggio. Il pubblico potrà così immergersi in quest’atmosfera onirica e fiabesca, ma anche berlinese e catalana, un’atmosfera tanto metallica quanto gioiosa, tanto febbrile quanto posata, tanto audace quanto pudica, una serie continua di ossimori che è preludio delle contraddizioni che caratterizzano l’esposizione. Una piacevole sorpresa lo attende alla fine, una ricchezza interiore fatta di note acri e salmastre, di figure ombrose, di stille solari, è l’alchimia che Fasano ha ricostruito con un allestimento semplice, strutturalmente efficace che esprime tutta la forza dei singoli lavori, in una mostra dove l’individualità e la personalità artistica degli espositori non inficia l’armonico risultato finale.

A cura di Rosaria Morra