Il parco archeologico del Pausilypon e la Grotta di Seiano

Il Villa Imperiale (Pausilypon)complesso del Pausilypon aveva un grandioso e monumentale accesso con la Grotta di Seiano. Si tratta di una galleria artificiale che, traforando la collina di Posillipo, congiunge Coroglio con il vallone della Gaiola. La sua denominazione è dovuta dalla congettura dell’umanista Giovanni Pontano che nel suo trattato “De Magnificentia” formulò l’ipotesi che la galleria fosse stata fatta costruire da Seiano, il celebre ministro di Tiberio. Ma impropriamente perché i ritrovamenti successivi testimoniano che la grotta esisteva prima dell’infido prefetto del tempo di Tiberio. Più verosimile che essa fu scavata per opera dell’architetto Cocceo per consentire il collegamento diretto fra la villa di Posillipo e il porto militare di Miseno, costruito per volere di Augusto da Marco Vispanio Agrippa. La lunghezza del traforo e di circa 770 metri con una sagoma variabile in larghezza ed altezza. L’andamento planimetrico è quasi rettilineo, con una sola deviazione a metà percorso, mentre quello altimetrico e più complesso con cinque tratti Grotta di Seiano (ingresso)Villa Imperiale (Pausilypon)ignificativi a pendenze costanti, tutti in discesa verso l’imboccatura di Coroglio. La sezione media della galleria è pressoché quadrata con pareti alte più di due metri e soffitto a volte, ovviamente i tratti vicino le imboccature presentano un progressivo aumento sia in larghezza che in altezza. Il progetto di realizzare il tunnel è probabilmente successivo ad un iniziale sfruttamento della collina come cava. Lo sbancamento della collina fu complesso in quanto, mentre nel primo tratto verso la Gaiola s’incontrò un tufo di media compattezza, successivamente lo scavo mise in luce terreno pozzolanico alternato a tratti tufacei: fu così necessario realizzare un rivestimento della galleria. Lo scavo della galleria cominciò in contemporanea sui due fronti di Coroglio e della Gaiola, raccordandosi poi nella parte centrale. La grande altezza delle imboccature sui due lati (circa 14 metri), fu un espediente messo in atto per migliorare l’illuminazione e l’aerazione naturale. Si tratta di un’opera grandiosa come le altre simili che furono realizzate tra la fine della repubblica e la prima età imperiale per sistemare la viabilità in tutta la zona napoletana-flegrea, come la Crypta Neapolitana tra Piedigrotta e Fuorigrotta e il traforo tra Cuma e il lago d’Averno. Numerose sono le leggende fiorite attorno ad essa: come quella riferita da Bernard, secondo la quale essa era la famosa grotta di Polifemo. E le tante tesi, tra queste, quella dell’autorevole geologo R.T. Gunter secondo il quale adiacente ad essa si troverebbe la vera sepoltura del poeta Virgilio. Non abbiamo materiale soddisfacente per avallare la teoria di Gunter però a testimonianza della presenza nel complesso del Pausilypon – probabilmente già donato dall’autorevole Vedio Pollione all’Imperatore Augusto- del poeta Virgilio ci sono i resti di un edificio a pianta quadrata che si affacciava verso oriente, dunque verso Napoli, e che a ponente si slargava in un abside semicircolare, denominato “Scuola di Virgilio”; il suo strano nome deriva dalla credenza medioevale che il poeta vi tenesse scuola di arti magiche al giovane Marco Claudio Marcello, nipote di Augusto. E gli scritti di Donato i quali riferiscono che nell’odeon del Pausylipon Virgilio era solito recitare i versi dell’Eneide. Nelle sue frequenti letture pubbliche spesso si dilettava a dare anticipi delle sue opere! Anche attorno la grotta di Seiano, dunque, storia e mito del grande poeta Virgilio sembrano intrecciarsi tra loro. Ancora una volta le leggende napoletane attribbuiscono visioni nei suoi luoghi angusti di spiriti e figure mitologiche che – attraverso l’immaginazione popolare – abiterebbero nelle sue cavità. Alcuni attribuiscono la visione di un personaggio strano all’anima vagante di Virgilio che attraversa la grotta per andare a riposare nella sua “Scuola”. Altri assicurano che di notte, quando splende la luna piena, si sente sopraggiungere la carrozza dell’alchimista Principe di Sansevero che fa visita al suo antico ed illustre collega. Ma la leggenda più fantasiosa che “alloggia” in questi luoghi è la fama sinistra che si è costruita nel tempo attorno all’isola della Gaiola. Sulla sua sommità si erge una villa signorile che fino ai nostri giorni è stata sempre al centro di vicende drammatiche. I suoi tanti ed importanti proprietari nel corso degli anni hanno sempre rischiato sventure o paurosi crak finanziari. Forse la maledizione di Virgilio è ancora viva?

A cura di Rosario Scavetta