I three kings dell’nba
Proprio nella nottata di ieri siamo venuti a conoscenza dell’ultimo grande colpo di mercato tramite una dichiarazione in pompa magna del diretto interessato : Lebron James ai Miami Heat . Nell’ultimo anno “The Chosen One” ha cercato , per l’ennesima volta , di vincere il titolo Nba con la maglia dei suoi Cleveland Cavaliers; senza però riuscirvi. Con la sua squadra di casa ( Akron , il sobborgo in cui è nato dista pochi km da Cleveland ) Lebron si è fatto conoscere nel mondo per le sue straordinarie gesta cestistiche e i suoi straordinari highlights ed i suoi due titoli mvp consecutivi ne hanno fatto la stella più luminosa del firmamento Nba .
A Miami James troverà i suoi compagni di nazionale Chris Bosh e Dwayne Wade; anche loro giocatori di straordinario talento e all-star regolari, che cercheranno, insieme al prescelto, di vincere un titolo Nba a Miami dove manca da 4 anni orsono ( i tempi di Shaq per interderci…. ) . Dunque se per Wade c’è già un anello al dito conquistato con grande merito personale, per gli altri due invece il titolo Nba è solo un sogno irrealizzato mai trasformato in realtà . Con questi tre si possono fare davvero faville ma sappiamo tutti benissimo che in una squadra di basket ci sono 5 giocatori titolari e almeno sei-sette riserve. Al momento attuale negli altri due ruoli vacanti ci sono, nel ruolo di centro, Joel Anthony ( talento ancora da sgrezzare ) e Mario Chalmers nel ruolo di play.
Col tetto salariale che l’anno prossimo si aggira sui 57 milioni di dollari sarà decisamente difficile comporre una panchina all’altezza dei tre all-star visto che ognuno di questi che io ho ribattezzato three kings (proprio per motivi di corposità delle loro pretese economiche) ha un salario intorno ai 20 milioni di dollari a stagione . Nel mercato dei senza contratto nei ruoli in cui gli Heat sono più deboli si può prendere Raymond Felton, play uscito da un’ottima stagione con i sorprendenti Bobcats allenati da Larry Brown e di proprietà della leggenda Micheal Jordan; nel ruolo di centro Brad Miller può dare sostanza in post-basso e punti da tre oppure si potrebbe optare per Fabricio Oberto, argentino molto tecnico ed estremamente efficace, o meglio ancora l’ipotesi Channing Frye reduce da una discreta stagione a Phoenix. In conclusione l’unica cosa certa del mercato degli Heat è la spada di Damocle posta sulla testa del loro manager Pat Riley che nella prossima stagione cercherà di riportare in auge quelli che furono i mitici Lakers dell’era showtime di Magic e Kareem allenati da lui stesso negli anni 80 . La domanda che ora ci poniamo è : Riley riuscirà nel suo intento o si prospetta per lui un gran fiasco ?
A cura di Alberto Romano