Gucci Cruise 2026 rilegge l’archivio: sfilata tributo alla città di Firenze

Rileggere l’archivio per celebrare la propria rinascita. Non è certo una novità che i brand del lusso decidano di attingere al proprio ricco patrimonio per ripensare il contemporaneo, ma per Gucci questa scelta è stata fatta in un momento particolarmente significativo: dopo l’addio di Sabato De Sarno, in attesa di vedere la prima collezione firmata dal nuovo stilista, Demna (che arriverà ufficialmente a
luglio). Il nuovo corso del marchio prende vita con la collezione Cruise 2026, che ha sfilato questa sera nel cuore di Firenze, tra le sale del primo piano nobile di palazzo Settimanni, edificio del XV secolo che ospita l’archivio della maison del gruppo Kering, poi su via delle Caldaie e infine con le modelle che
arrivano in piazza Santo Spirito (chiusa per l’occasione con anche alcune polemiche dei residenti). Nella piazza è stato organizzato un sitting per gli ospiti: chiusi tutti i bar, tavoli e sedie attorno alla fontana centrale tirata a lucido (rimossi i graffiti) a spese della maison. Tra i vip l’attrice Julia Garner, Viola Davis con Jiuliud Tennon, Mark Ronson, Paul Mescal, Jeff e Emily Goldblum. La maison di fatto ha voluto simbolicamente aprire l’archivio alla città in cui tutto è nato, presentando una collezione che
rilegge le varie decadi della moda Gucci, dal 1921 a oggi, ma
anche la lunga tradizione tessile di Firenze. Quindi broccati e
jacquard, sete e velluti, pizzo stratificato arricchito da strass
e ricami preziosi. Tra gli ospiti c’è chi si chiede se ci sia un
placet di Demna su questi 42 look, ma la maison ha specificato
che la collezione è frutto di un lavoro di squadra del team
creativo interno, in attesa che il designer georgiano entri alla
direzione creativa in maniera progressiva.
Tornando all’archivio, è più che presente il monogramma della
doppia G, attraversa l’intera collezione: è applicato anche sulle
calze trasparenti, come dettaglio in strass. La G singola viene
impressa invece su fibbie, intarsi e tacchi. Le silhouette
guardano soprattutto agli anni Settanta, con abiti e blazer dalle
spalle marcate e strutturate.
Per quanto riguarda gli accessori, oltre alle borse ispirate
all’archivio, debutta il modello Giglio, in omaggio al fiore
simbolo di Firenze sin dal Medioevo (in vendita subito dopo la
sfilata). Debuttano anche alcuni pezzi di alta gioielleria
realizzati insieme a Pomellato: si tratta di una collana e una
minaudiere in pelle, oro e diamanti pavé. Insomma tanto heritage,
ma senza un approccio nostalgico.
“Il modo in cui si fanno le cose conta più di quante se ne
fanno – ha detto il Ceo Stefano Cantino -: questa sfilata esprime
in modo autentico l’identità di Gucci, nel luogo che più di ogni
altro custodisce la nostra storia”.