Fino al 25 febbraio l’Akneos Gallery ospita Mass Production, la personale del giovane Guido D’Apuzzo
Fino al 25 febbraio l’Akneos Gallery ospita “Mass Production”, la personale del giovane Guido D’Apuzzo, a cura di Salvatore Passeggio (www.akneosgallery.com). Nell’ambiente minimale e idealmente rarefatto dello spazio al 34 di via Nilo, infatti, s’inseriscono in una perfetta linea di continuità i ritratti di Enzo Gragnaniello, Carlo Luglio, Giulio Baffi, Peppe Barra, Fabio Donato, Marina Vergiani, Lello Esposito, Lino Fiorito, Iabo, Tjuna Notarbartolo e Angelo Volpe, realizzati dall’artista mediante primitive fotocamere da lui costruite per installazioni interattive dall’effetto immediato. Nell’ovale evidentemente retrò in cui ogni soggetto s’incastona, i contorni del viso s’immergono in un languore evanescente; l’intera immagine si destruttura e gli occhi sembrano spegnersi mentre le mani stringono un complice codice a barre, simbolo per antonomasia di una società votata al consumismo dove la spersonalizzazione è sempre più agghiacciante. «La particolarità dei ritratti è dovuta proprio dal codice a barre, il titolo della mostra, infatti, intende sottolineare la produzione di massa di ogni aspetto della nostra vita, l’uomo -afferma D’Apuzzo- è sempre più identificabile attraverso dei codici che lo rendono parte di una strumentazione organica risalente ai codici di Babele. L’evanescenza del volto, inoltre, sottintende la difficoltà di poter riconoscere oggi una propria identificazione fisiognomica». Patrocinata dell’associazione culturale Premio “Elsa Morante”, la personale, illustrata nel catalogo edito da Agro-Service per Akneos Gallery, rappresenta un’interessante vetrina per questo artista che, nonostante la giovane età, classe ’81, vanta una lunga esperienza nel delicato mondo della scenografia, il cui retaggio, forte ma sapientemente dosato, è nella teatralità della sua resa artistica, una cifra che le foto del back stage di Beatrice Capone hanno immortalato. «“Mass production” non è solo un progetto di installazioni interattive, è la concretizzazione di un’idea, di un sentire contemporaneo che l’artista, per natura -spiega Passeggio- è portato ad esprimere». L’importante galleria diretta da Enrico Di Maio, nel prestigioso Palazzo Monte Manso di Scala, si fa così palco della rappresentazione della realtà, «la cruda realtà, che -conclude Di Maio- l’inusuale tecnica di ripresa e stampa su carta unita ad un sapiente uso degli strumenti tecnici concentra in un’immagine inconsueta, a cui si aggiunge il codice a barre identificativo del soggetto, creato da un apposito software in tempo reale, per trasformare il fruitore in prodotto/merce».
Rosaria Morra