CARI GENITORI, VADO A VIVERE DA SOLA!

Cara Rossella,

maggie 2ho quasi 29 anni e da poco ho trovato un lavoro che mi consente di essere indipendente. Per questo motivo ho accennato ai miei genitori il desiderio di vivere da sola ma a causa di questa mia scelta è accaduto l’impossibile :mia madre è quasi svenuta, mio padre non mi rivolge la parola, mio fratello ha iniziato una polemica affermando che se i nostri genitori si ammalano per la mia assenza da casa sarà la coscienza a punirmi! Insomma, siamo nel 2012 ! Se ho fatto questa scelta è perché desidero la mia indipendenza e la mia libertà dopo un periodo pessimo in cui ho rischiato anche la depressione e l’anoressia per un fidanzamento lungo ben 10 anni finito miseramente (lui ha sposato un’altra perché incinta!). Quindi invece di essere felici di questa mia “guarigione” cercano di distruggermi con il loro egoismo.

Caterina

Cara Caterina,

spero essere di aiuto nel rassicurarti che assolutamente non devi provare sensi di colpa per questa tua giusta scelta. Nonostante il progresso e i tempi, i genitori sono sempre convinti che un figlio vada via di casa quando si sposa, quando deve costruirsi una famiglia e non prima. Alcuni genitori molto apprensivi temono che, allontanandosi dalla loro protezione e tutela, si possa divenire preda di chissà quali difficoltà, pericoli,incognite. Eppure il loro compito, sin dalla nascita del figlio, è di favorirne l’indipendenza cercando di farlo crescere al meglio, anche se il momento del distacco sarà sempre lacerante e difficile. Ancor peggio se con la prole si stabilisce un rapporto molto profondo, viscerale forse eccessivo, per cui molto complicato appare affrontarne la separazione, vissuta come una grave perdita,quasi un addio. Io sono stata figlia ed ora mamma quindi capisco come sia complicato e penoso per un genitore accettare un cambiamento : con immensa tristezza bisogna rassegnarsi che i figli non possono essere vincolati o rimanere dipendenti dai genitori. La natura, il tempo, la crescita devono seguire il loro corso.. E’ sempre stato così : la vita porta i figli lontano dai genitori, anche se rimarranno sempre “figli”, anche se saranno sempre “nostri” cambierà solo la distanza che ci separa da loro ed il modo di proteggerli e tutelarli. Questo è un processo evolutivo che hanno fatto tutti, compresi i genitori che a loro tempo sono stati figli! Nei paesi emancipati, progrediti, evoluti un figlio divenuto adulto che rimane in famiglia, è considerato immaturo, “bambinone”infantile, con problemi…Da noi invece è il contrario, anzi noi genitori chiediamo dove abbiamo sbagliato oppure qual è il problema che ha provocato questa scelta! Una madre, un padre, pur temendo la solitudine perché viene a mancare in casa l’essere cui hanno dedicato la vita, devono accettare il cambiamento senza dubitare che un figlio sia incapace di affrontare la vita senza il loro sostegno: solo l’aiuto di un genitore sereno garantisce stabilità e certezze. E allora, mia cara, coraggio! Non tremare al pensiero di un colloquio chiaro ed equilibrato con i tuoi, in cui ricorderai i danni e le problematiche affettive con il tuo ex, da cui sei uscita,fortunatamente e malgrado tutto, forte, determinata ed ancora fiduciosa. E’ giusto che comprendano questo tuo desiderio di autonomia senza causare in te quei sensi di colpa che possono risucchiarti in una condizione infantile di dipendenza genitoriale. Probabilmente non potrai cambiare le loro idee né avere la loro approvazione, quindi dovrai essere tu a dimostrare, con sicurezza, che sei in grado di andare avanti senza la loro protezione. La sofferenza che avverto, fa percepire quanto tu sia legata ai tuoi familiari, ma essi, col loro amore, devono comprendere quanto sia importante per te questo necessario momento di crescita. Anche se si annuncia come un momento difficile, con questo necessario distacco non abbandoni i tuoi genitori, né loro perdono la loro figlia. Non sei egoista tu, non lo sono loro, perché l’amore, quando è vero e disinteressato, genera ancora amore e mai lo distrugge.

Rossella Argo

Sui figli

I vostri figli non sono figli vostri.
Sono figli e figlie della sete che la vita ha di sé stessa.
Essi vengono attraverso di voi, ma non da voi,
E benché vivano con voi non vi appartengono.

Potete donare loro amore ma non i vostri pensieri:
Essi hanno i loro pensieri.
Potete offrire rifugio ai loro corpi ma non alle loro anime:
Esse abitano la casa del domani,
Che non vi sarà concesso visitare neppure in sogno.
Potete tentare di essere simili a loro,
Ma non farvi simili a voi:
La vita procede e non s’attarda sul passato.

Voi siete gli archi da cui i figli, come frecce vive, sono scoccate in avanti.
L’arciere vede il bersaglio sul sentiero dell’infinito,
E vi tende con forza affinché le sue frecce vadano rapide e lontane.
Affidatevi con gioia alla mano dell’arciere;
Poiché come ama il volo della freccia così ama la fermezza dell’arco.

Kahlil Gibran

Per chi volesse contattare Rossella, inviaci una email a Rossellaargo@gmail.com