ARONICA, L’AMMAZZANAPOLI!

Non basta Cavani, il disastro di Aronica regala al Toro l’1-1.

Era iniziata nel migliore dei modi, con il Napoli avanti 1-0 dopo appena sei minuti; in gol, neanche a dirlo, il MatadorCavani, appena rientrato dall’infortunio.

NAPOLI 2Le premesse per una facile vittoria c’erano tutte, ma alla fine tutto va storto.

E’ incredibile quanto accade al minuto 92′ al San Paolo: Salvatore Aronica subentrato da pochi minuti ad Andrea Dossena, su un innocuo passaggio di Behrami anzichè controllare agevolmente e ricominciare l’azione, si esibisce in un frettoloso retropassaggio al portiere, senza badare al fatto che un attaccante del torino è già scattato verso De Sanctis per intercettare il pallone. E così è stato.

Tutto facile per Sansone che si ritrova lanciato a porta per il più comodo dei gol, un gentile regalo per il suo primo gol in Serie A.

Merito va dato anche alla sua capacità di leggere l’azione ma l’errore di Aronica è imperdonabile, non da giocatore di massima catagoria e nemmeno di un paio di categorie inferiori.

Davvero vergognoso che il pubblico accorso per festeggiare l’avvicinamento alla vetta della classifca, in virtù della NAPOLI 1sconfitta della juve, debba assistere a tale scempio.

Anche se, ad onor del vero, non solo Aronica si è divertito a far venire il mal di stomaco ai tifosi azzurri.

Già dopo i primi venti minuti il Napoli aveva iniziato a mollare la partita. Prima con Bianchi e poco dopo con Sgrigna il Torino è andato molto vicino al gol e per oltre metà tempo è stato padrone del campo, collezionando un impressionante numero di calci d’angolo (alla fine saranno 11 a 4 per i granata).

Nel secondo tempo ci si aspetta una scossa; come normale che sia il Napoli lascia anche un pò sfogare il Torino per trovare il gol del k.o. decisivo, ma gli azzurri danno l’impressione di non cercarlo neanche più di tanto, limitandosi a gestire il risultato. Dall’altra parte la squadra di Ventura imposta bene la manovra e concede pochissimo possesso palla al Napoli ma, seppur ben messa in campo, non riesce ad essere pericolosa sotto porta.

A metà del secondo tempo si fa già melina in campo, tra lo stupore del pubblico a casa e sugli spalti.”Sapranno quel che NAPOLI 3fanno” è il pensiero spontaneo che suscita questo spettacolo ed in effetti al 40′ della ripresa Hamsik imbeccato da Insigne va vicinissimo al gol. Controllo perfetto al limite dell’aria di Marechiaro che dopo aver saltato Gillet conclude sull’esterno della rete. Non è da lui un errore così,a porta vuota, ma al momento del tiro è in posizione abbastanza decentrata per cui non è facilissimo il tapin finale.

Alla fine di un match avaro di emozioni,ci pensa Aronica a regalare il colpo di scena ed è il Torino a festeggiare il gol. Una buona sintesi di questo epilogo non è la regola del “gol sbagliato,gol subito” ,ma va ricercata negli antichi riti della cultura Samurai.Il termine Harakiri è quello più appropriato per descrivere il suicidio compiuto per mano di Aronica. Più che una papera, una coltellata secca al ventre come prevede il rituale giapponese. Una ferita profonda nella classifica del Napoli che rischia di non poter essere rimarginata nel breve tempo: – 5 dalla juventus, – 4 dall’Inter e tra due settimane c’è il Milan. Altrettanto difficile la trasferta col Genoa tra pochi giorni: non proprio un gioco da ragazzi fare 6 punti.

Quelli che in teoria sarebbero stati più facili da cogliere tra Atalanta e Torino, dove invece si è fatto appena 1 punto. Mazzarri sa bene che il futuro non è roseo poichè c’è anche un complicato girone di Europa League da raddrizzare. Per il bene del Napoli deve mettere in campo giocatori veramente motivati, come Cavani ad esempio che non butta mai un pallone, ed evitare di riproporre gente ormai “alla frutta” come Aronica o lo stesso Dossena, magari concentrandosi di più sulla crescita di giovani talenti della rosa, in attesa del mercato di napoli 7gennaio.

Per recuperare il terreno perduto c’è bisogno di gente affamata, perchè non è concepibile iniziare a fare melina sul’1-0 come oggi, quando negli altri campi delle grandi d’Europa , alle quali Mazzarri spesso paragona il Napoli, non ci si ferma neanche dopo quattro-cinque reti. E’ chiaro che questi uomini devono dimostrare di essere da Napoli, all’altezza dei piani della società, del progetto di crescita fatto di successi in Italia e in Europa, altrimenti più di qualcuno deve preparare la valigia per gennaio. In campo ci vogliono 11 leoni come Cavani, guai se ci fossero 11 Aronica.

A cura di  Andrea Calvello