ADIFII, un ambulatorio per i profughi diabetici ucraini

Il 20 Ottobre nel palazzo comunale di Napoli al pubblico italiano ed ucraino è stata presentata l’iniziativa dell’associazione ADIFII (Associazione Diabetici Federico II) di creare l’ambulatorio per i profughi diabetici ucraini. Nell’incontro sono intervenuti: Roberto Sepe (Presidente AdifII), Annamaria Colao (Università degli Studi Federico II), Fulvio Frezza (Consigliere Regionale), Vittoria Panarese (Referente provinciale Aild Napoli), Maksym Kovalenko (Conosole Generale dell’Ucraina a Napoli).

AdifII, da sempre vicina alle esigenze quotidiane dei pazienti, vuole far conoscere ai profughi ucraini tutto ciò che va dal cibo alle ultimissime tecnologie che oggi sono a sua disposizione per la cura del diabete.

“Noi ci siamo resi conto che nella comunità ucraina, soprattutto tra i profughi, molti avevano incontrato la nostra stessa malattia. Per questo abbiamo subito pensato o meglio stiamo organizzando la creazione di uno spazio garantito per i diabetici ucraini” -Ha affermato il Presidente di AdifII Roberto Sepe.

Tale iniziativa coinvolgerà il dipartimento di medicina clinica e chirurgia -Uoc Endocrinologia- Università degli Studi di Napoli Federico II, diretto dalla professoressa Annamaria Colao, ma coinvolgerà anche le seguenti associazioni: Aild (Associazione Italiana Lions Diabete) e Il Centro Ucraino Progetto Donna.

Annamaria Colao , il professore ordinario presso il dipartimento di medicina clinica e chirurgia dell’Università Federico II, presidente della Sie (Società Italiana di Endocrinologia) ha dimostrato le slide spiegando al pubblico le peculiarità, le cause, prevenzione e cura del diabete. “Voglio dire a tutti, – ha sottolineato la studiosa ,- che è importante farsi controllare in ogni momento della vita. Innanzitutto la glicemia, in particolare se si è figli o nipoti di pazienti che hanno il diabete.

Perché è una malattia che si può prevenire, ma anche nel caso che non fosse stato possibile prevenirlo nel tempo, si può curare evitando tutte quelle complicanze serie e mortali che l’iperglicemia continua porta con se.