Tutti ospiti A Casa di Simo

ImmagineSo già che vi starete chiedendo chi è Simo. Allora per raccontarvelo vi porterò con me nel suo mondo…virtuale. Esatto lei è una bloggher e a colpirmi è stato il suo modo di scrivere autoironico, irriverente, mai scontato, reale e coinvolgente.

Vi basterà cliccare www.acasadisimo.blogspot.com per ritrovarvi su un vialetto che conduce ad uno splendido cottage, dependance virtuale della sua casa reale. E’ lì che vi ospiterà e accoglierà su un comodo divano per chiacchierare e raccontarvi di lei e della sua vita…ma in modo davvero esilarante. Si, perché, come lei stessa dice: “Mi piace l’idea di sapervi in questo spazio a vostro agio come se foste seduti sul mio divano, amici di vecchia data o nuovi conoscenti. Uno spazio per chiacchierare tranquillamente, come se fossimo tutti in casa mia davanti al camino (ho il camino? Devo costruirlo al più presto.), scambiarsi confidenze, magari tutti raccolti, in un cerchio, tra di noi.” Quando inizierete a leggere i suoi posts non potrete far a meno di ridere e diverrà una piacevole abitudine andarla a trovare per vedere che combina. Questo mi ha spinto a conoscerla meglio.

Ciao Simo, grazie per aver accettato questa intervista…

Ciao Sara! Intervista? Ommaigod! (vi confesso che non sono abituata ed è la prima in vita mia. Anzi, sei sicura che sia proprio io quella che cercavi? Non è che hai sbagliato? No? Se lo dici te.

Sicurissima, sei tu… Allora ci dici chi o cosa ti ha spinto a creare un blog?

Mi ha spinto la mia voglia di essere moderna, senza sentirmi una vecchia bacucca. Spiego: ho sempre scritto (il fatto che mi riesca bene è tutto da dimostrare) e come i comici che dicono di aver iniziato fin da piccoli a fare l’imitazione dei professori, io ho sempre scritto parodie sulle uscite con gli amici. Poi ho scoperto il web e ho cominciato a commentare sul blog di un’amica, rendendomi conto presto che partivo per la tangenziale e i miei commenti erano lunghi come post. Troppe cose da dire, troppi amici che reclamavano l’ultima mia avventura. Così la decisione di aprire uno spazio mio. Che non reputo un mio diario segreto perché smette di esserlo dal momento che digito “pubblica”, ma, come dico spesso, lo reputo un salotto dove accolgo i miei amici e parliamo un po’ di tutto. Non a caso si chiama A Casa di Simo.

Quando è nato?

Il blog è nato il 31 Agosto 2009 con parto naturale. Travagliato, ma naturale. Ti stai chiedendo se ho scelto quella data perché ha un valore affettivo? No. Mi è solo partito l’embolo quella sera lì e ho preso coraggio, perché intraprendere questa avventura quando non hai nozioni di informatica, è spaventoso. Pensa che quando è comparsa la scritta “Chiudi la finestra”, mi sono alzata e ho chiuso quella che dà sul giardino.

Ahahah…Ricordi nel tuo primissimo post cosa raccontavi?

Ho iniziato alla grande:non ho raccontato un bel niente. Già al primo post chiedevo aiuto ai lettori (che ancora non c’erano!) su come iniziare. Una roba surreale. Il post si intitolava “E ORA?” della serie “E mò che faccio?”, e prosegue con io che mi spertico per fare bella figura e accogliere i miei lettori nel modo più elegante possibile, facendo le prove. Senza filtri, senza cercare di fare bella figura per forza, senza nascondermi dietro una figura tipo “Regina del web”. Io stavo (e sto) alla tecnologia come una pornodiva alla castità. Nonjelafaccio. Penso di aver suscitato compassione nei primi sostenitori manco fossi un cane abbandonato in autostrada il 15 d’Agosto. Leggevo chiaramente “Aiutiamo questa poveraccia”.

Ci racconti come inizia la tua web-routine?

Web-routine? What? Ho imparato un altro termine, vedi un po’. Diciamo che mi piacerebbe fosse una routine, ma per essere tale bisognerebbe che il piccì collaborasse assiduamente. Invece possiedo un portatile del 15-18, molto permaloso, che se premo con troppa enfasi sui tasti si offende pure e non mi rivolge la parola. Pensa che a volte non mi fa entrare nel mio blog, ed è casa mia! Temo che un giorno o l’altro si ribelli e mi cambi pure la serratura. Quando, con l’aiuto di qualche santo lassù, riesco ad accedere, mi collego al mio blog, controllo le mail, controllo Facebook e visito i blog dei ragazzi. E così che fanno tutti, no? Adesso posso dire di essere moderna, ecco.

Ricordi un tuo post che ha generato più reazioni? O più commenti?

Quello più commentato in assoluto è stato per il primo compleanno del blog. Manca poco mi prende un infarto e per questo i ragazzi hanno rischiato troppo. Metti che schiatto dalla commozione, i miei familiari li denunciano per omicidio colposo. Grazie a quel post (ma non solo) ho potuto quasi toccare con mano l’affetto che provano per me. Parole bellissime, vere e sincere che mi hanno commosso. Senza di loro casa mia sarebbe vuota e io, adesso che li ho conosciuti, sola non ci voglio più stare.

Quello che ha generato più reazione invece, credo sia quello intitolato “Rasa il pratino”. E non parlo di giardinaggio, parlo di depilazione femminile. Ti ricordi Grignani con “Ti raserò l’aiuola”? L’argomento è quello lì. Ma si può parlare di queste cose o siamo in fascia protetta?

Diciamo che siamo in fascia protetta…ahaha…Ma tu quanti posts scrivi al giorno?

Dipende. Ci sono dei periodi che ne scrivo tre a settimana e altri periodi in cui ne scrivo due in dieci giorni. Dipende dagli impegni, se il piccì funziona, se il mio cervello si connette, perché a volte il mio unico neurone si sente più solo di una particella di sodio, ed è inutile che gridi “C’è nessunoooo???”, io mica le rispondo, soprattutto se ho a che fare con una piramide di Cheope (avete mai visto la mia pila di panni da stirare? E’ una piramide, paro paro)

Di solito di che argomenti tratti?

Di tutto e di più, come la Rai. Chi mi legge ha il potere del telecomando e può spaziare tra tanti argomenti. Credo di non avere un blog monotematico, parlo un po’ di tutto, ma soprattutto parlo di me e la mia pazza famiglia. Parlo di cose che conosco molto bene, diciamo. E che devo parlare di cose che non conosco? Come faccio? Sono post che nascono dalla vita di tutti i giorni come le visite dal medico, la fila alle poste, dello sfinirsi in palestra per abbattere la cellulite, di depilazione, di viaggi, di bambini,e pure di cucina. Ebbene sì, mi cimento pure nel cucinare e provare per loro dei piatti (okay il giorno dopo siamo tutti in ospedale, ma non lo scrivere, d’accordo?) e poi altri argomenti seri come la stitichezza (si può dire stitichezza?)

Certo che si può dire…tu puoi…Ritieni che i commenti debbano essere moderati, liberi o una via di mezzo?

Mi piace che i commenti siano liberi. Ognuno è libero di esprimere la propria opinione. E mi piace pensarli non come lettori ( mica sono una scrittrice), ma come amici e come tali ho un gran rispetto per loro. Ovvio che se dovesse capitare qualche inconveniente non esiterò a fare da moderatore, ma spero vivamente che non accada, perché chi entra in casa mia è sempre il benvenuto e non è bello che io, per farlo parlare, gli dia il permesso.

Che rapporto hai con i tuoi lettori? Ne hai mai incontrato qualcuno?

E’ un rapporto di confidenza, mi rivolgo a loro come se li conoscessi da una vita. In effetti si è creata una bella alchimia, anche perché io vado a trovarli nei loro blog, dove raccontano di sé. E chi non ha un blog mi scrive in privato mail piene di confidenze, di cose belle, di scambi tra anime bellissime. Loro fanno i complimenti a me, ma io li faccio a loro, che sono il vero motore del mio blog, la spinta giusta ed efficace di cui ho bisogno per stare bene. Come? No, non mi hanno pagato per dire questo. Come? Pago io loro per sopportarmi e sciropparsi i miei post? Manco quello. Quando dico che sono preziosi, mica scherzo.

Quindi scrivi un blog ma ami anche leggerne: consigliaci 3 blog che non dovremmo perderci e perché?

Ecco, tocchiamo un tasto dolente. Sono letteralmente incapace di fare questa scelta. E’ vero, leggo altri blog e tutti bellissimi. Chi per un verso o chi per un altro riesce a sorprendermi o divertirmi. Non saprei davvero scegliere, anche perché sono diversi tra loro. Per esempio, prima di aprire il blog pensavo di saper cucinare. E bene anche. Poi ho scoperto i foodblogger dove cucinano delle robe fantastiche che mi fanno sbavare sul piccì. E lì ho capito che dietro il monitor ci sta gente veramente in gamba, anzi in mestolo.

Prima di aprire il blog pensavo di saper fotografare, perché a me piace molto fare foto. Poi ho scoperto i blog di fotografia e mi sono resa conto che le mie foto, in confronto, sembrano fatte da orbo sulle montagne russe.

Prima di aprire un blog, pensavo di sapere tutto o quasi sui bambini, poi ho scoperto i mommy-blog e mi sono resa conto che sono ancora una bambina io e che presto mia figlia prenderà le redini di casa.

Prima di aprire un blog pensavo di essere la sola a scrivere delle proprie avventure o delle proprie emozioni. Poi ho scoperto dei blog personali come il mio e mi sono resa conto che il web è pieno di persone belle e positive.

Prima di aprire un blog andavo fiera del mio punto croce. Poi ho scoperto che esistono dei blog creativi  di taglio e cucito che mi fanno rimpiangere di non aver fatto un corso appropriato. Devo ammettere che attacco i bottoni col mastice? Anche no.

Come vedi, mi piace condividere e confrontarmi. I tre nomi dei blog? Mi dispiace, non mi hanno pagato abbastanza.

Hai mai partecipato ad un incontro tra blogghers?

Ehm…diciamo di sì.

Ce lo racconti?

Ho conosciuto persone grazie ai blog e gli incontri sono sempre bellissimi. In genere siamo così euforiche che sembriamo delle dodicenni in gita con la scuola. La magia del blog è che quando tu incontri una persona che leggi da qualche tempo, ti pare di conoscerla da anni. Il fatto di esserle davanti, invece che dietro un monitor, è emozionante perché puoi toccare con mano e pure abbracciare la persona che apprezzi e che ti piace. Ora che ci penso…posso fare una domanda io a te? Sai mica se Raoul Bova ha un blog?

Si ma non ti darò mai il link…sherzo. Se un giorno dovessero chiudere tutti i blogs, cosa ti mancherebbe di più?

Chiudono i blog? Ommioddio! Ah, hai detto SE. Bhè più di tutto mi mancherebbe il contatto con le persone che mi seguono, ovvio. Senza un blog una persona scrive ugualmente, apre la sua pagina di word e va là, il gioco è fatto. E’ lo stare tra la gente, che è bello. La compagnia, lo stare insieme, il sentirsi vicini anche se ognuno è comodamente seduto sulla propria sedia. La magia del blog è questa.
Se dovessi scegliere un solo modo per promuovere il tuo blog, quale sceglieresti?

Un intervista? Ho risposto bene? Ho vinto quaccheccosa? Guarda, sono una pessima promoter di me stessa. Non saprei nemmeno rifilare un dentifricio in offerta 3×2, figuriamoci andare in giro a sbandierare “Leggetemi”. Pensa che una volta mi hanno chiesto quanti lettori fissi ho e mi sono emozionata a rispondere “Più di trecento” a un’ottantenne sorda e a un signore parecchio più giovane. Il signore, curioso mi ha domandato “E’ un blog di nicchia?”

L’ottantenne, sorpresa “E’ un blog di minchia???”

Ecco. Come posso pubblicizzare un blog che viene definito così?. Però ringrazio infinitamente te per questa splendida opportunità.

Grazie a te per la disponibilità. Sei presente anche in Facebook, ci spieghi come mai questa scelta di collegare un blog ad un social network?

Per essere al passo coi tempi, più AUANTI, diciamo. Io non ci volevo manco andare su Feisbuc, ma poi mi sono resa conto che davvero c’è un sacco di gente, pare un bar virtuale. E allora andiamo a far due chiacchiere. Feisbuc è un canale più immediato del blog, è proprio una chiacchierata sull’uscio di casa. Non a caso le mie amiche feisbuchiane le chiamo comari. A volte il pomeriggio ci facciamo due chiacchiere alla finestra come delle vecchie zitelle. Botta e risposta, mi piaci e condivido, ti taggo e ti commento. Se non ci sei magari ti telefono. Spesso un post nasce da una chiacchierata non approfondita fatta su FB. Magari sono proprio i miei amici a darmi l’ispirazione o lo spunto per un argomento. E lo riprendiamo a casa mia, questa volta seduti comodamente sul divano e ti offro pure virtualmente un caffè. Sennò, se i post sono troppo lunghi, i ragazzi mi si addormentano, porelli.

Che consiglio daresti a chi volesse creare un blog?

Vuoi aprire un blog? Dai retta alla Simo e segui i miei consigli:

– Fai un corso accelerato di piccì

– Fai un corso di inglese

– Fai un corso accelerato di piccì in inglese

Così eviti di chiamare Dan Brown quando devi trovare il codice html, tanto per dirne una.

Simo l’intervista è finita…Ti ringrazio chiedendoti: Qual è la frase che più ti rappresenta?

E’ un proverbio, diciamo da me rivisitato:

Vivi (e sii felice) e lascia vivere (possibilmente senza rompere le p..BIP!!)

Ecco, lo sapevo che scattava la censura. Ma vi avevo avvertito. Io non sono fatta per queste cose.

A cura di Sara Daniele