Rosanna, coraggiosa ristoratrice che non si arrende e si reinventa

A cura di Armando Giuseppe Mandile:
“È vergognoso vedere che in ogni più piccola bottega, dal salumiere al panettiere, si venda cibo da asporto, precludendo a noi ristoratori la possibilità di effettuare perlomeno questa attività. Siamo arrivati alla guerra tra poveri: ormai, anche dal fruttivendolo si trova del cibo pronto ed è per questo motivo che molti ristoratori, noi compresi, hanno rinunciato a lavorare in questo modo. Non voglio più piangere, devo reagire. Una grande delusione davvero. Quanto dispiacere quest’anno: anche stavolta non possiamo lavorare per il nostro futuro, non possano farlo nel nostro ristorante”.
Colpiscono particolarmente, in questo periodo di profonda crisi per il settore ristorativo (e non solo per quello) le parole di Rosanna Fienga, di “Francesco & Co”, nota e valente ristoratrice di Castellammare di Stabia, scrittrice, fondatrice e pasionaria della “Spesa Sospesa”, tra i grandi cuochi dediti al bene nella magnifica Squadra solidale di #InsiemeperilTerritorio, rassegna di eventi di eccellenza enogastronomici, culturali, artistici e scientifici, firmata dalla giornalista professionista enogastronomica Teresa Lucianelli.
Rosanna non si arrende e lotta come ha sempre fatto.
“Tutto pronto per ricevere il pubblico ai tavoli: spesa fatta, preparati i vari antipasti e contorni, torte rustiche e dolci appena sfornati, insieme a tutte le pietanze che richiedono tempi medi e lunghi di preparazione e quelle ‘a mezza cottura’, quando invece è arrivata la notizia appena prima di Natale, che non ci si augurava e che non si ci aspettava: servizio interni annullato! – Rosanna ripercorre l’ennesimo atto di questa storia che vede tartassati i ristoratori. Solo asporto e consegna a domicilio in Campania: un’altra perdita per chi ha investito tutto in questa chance, anche oltre le proprie possibilità, già ridotte al lumicino, per garantire agli avventori un degno assortimento di cibi che invece non si è potuto smaltire se non in minima parte. Perché quei piatti dovevano essere assolutamente consumati caldi, ovvero al momento a ristorante. Infatti, il loro sapore sarebbe risultati compromessi in termini di gusto e gradimento, dal tempo necessario per il trasporto: pietanze che per questo motivo non vengono richieste dal pubblico casalingo o non vengono proposte per la ci segna a domicilio dai ristoratori, proprio perché inadatte.
Così, un’altra batosta economica, su è aggiunta nel libro nero delle perdite economiche subite da tanti titolari di ristoranti, trattorie, osterie e taverne. Ciò che è peggio: questo “colpo di scena” ha fatto lievitare i debiti di chi già era sull’orlo del fallimento, aggiungendo alle gravi perdite già subite ripetutamente dall’inizio del lockdown, quelle ultime sostenute per riaprire l’attività ai tavoli. Tutto questo, inutilmente!
Nonostante la drammatica crisi che ha messo in ginocchio tutto il mondo della ristorazione, Rosanna Fienga, come gli altri ristoratori solidali di nome, e soprattutto di fatto, non ha mai negato il suo aiuto in campo benefico ed è attualmente impegnata sia nella Befana agli indigenti del suo territorio che nella Befana per i bimbi e i ragazzi del Progetto AbitiAmo guidato da Padre Massimo Ghezzi della Parrocchia di San Gennaro al Vomero, con Teresa Lucianelli nella Squadra di #InsiemeperilTerritorio, impegnata con il blog Vesuvio’s Shadow del foodblogger Mario D’Acunzo nel Facebook Charity Contest dedicato appunto a questa mission benefica “Il Panettone… e gli altri piatti del Natale solidale”. E da Castellammare, sta preparando gli aiuti da inviare a chi non ha niente che verranno uniti a quelli degli altri ristoratori, produttori, artisti, volontari autenticamente solidali, di #InsiemeperilTerritorio che, anche se duramente provati, stanno partecipando alla mission benefica e con spirito propositivo lottano per andare avanti, con professionalità e onestà, passione e competenza, trasparenza e amore verso il Prossimo.
Non si arrendono, come non si arrende Rosanna. Non si è mai arresa. E ciò che dice, con la voce vibrante arriva dritto al cuore di chi ascolta, perché rispecchia un dramma che appare addirittura incredibile, ma è invece vero. Una realtà inaccettabile.
Le sue parole dirette e sofferte, testimoniano la delusione degli operatori del mondo ristorativo.
Un settore fiorente, basato sulla passione, sempre sul sacrificio e l’impegno spesso senza orari, ma “sicuro”, che oggi è ridotto in ginocchio.
Proprio in Campania, a questo settore già tartassato per tutti il 2020, è stata inferta l’ennesima mazzata nelle festività, con la decisione del governatore De Luca di annullare la zona gialla e confermare tutti i divieti dell’arancione: soltanto poche ore prima dell’attesissima apertura del sospirato servizio ai tavoli – almeno a pranzo – assolutamente vitale per questo settore più di tutti colpito.
“Eravamo tutti incollati al televisore, solo qualche settimana fa, in attesa del discorso del premier Conte, con le sue nuove regole, quando abbiamo scoperto che per 4 giorni la Campania sarebbe stata gialla. Finalmente! Sì! Finalmente una piccola luce in fondo al lungo tunnel creato dal virus. La nostra lotta per arrivare alla fine della pandemia, è dura ed è articolata, ma non riesco a capire perché il settore della Ristorazione debba pagare lo scotto più imponente” afferma Rosanna, tenace nonostante il giustificati avvilimento davanti a una situazione generale che lascia basiti tutti, non soltanto gli operatori della ristorazione direttamente bersagliati.
“Abbiamo ascoltato tutte le raccomandazioni e le regole da rispettare per il distanziamento sociale all’interno delle sale di ristorazione, abbiamo sacrificato molti posti a sedere negli interni e messo in campo ogni possibile cura per rispettare le regole del governo. Eppure, stiamo subendo le più grandi mortificazioni che la sorte ci impone” – sottolinea la ristoratrice con precisione, fotografando la realtà attuale.
Invece, niente servizio al tavolo nell’enoteca nelle festività, sul territorio campano.
“Sarebbe stata una piccola bolla di ossigeno per noi che brancoliamo nel buio da mesi – commenta la chef – Da quel marzo scorso che ci ha visto perdere la Festa della donna, altro importante appuntamento gastronomico per noi ristoratori, e la Santa Pasqua, che è trascorsa fuori ad un balcone, in attesa che qualcuno si accorgesse finalmente della grande disperazione di un settore che sta attraversando una crisi epocale”.
“Siamo in tanti a lavorare per il cibo. È una passione vera e verace, che ci lega ai fornelli. Lo facciamo per tramandare l’unico vero sapere antico legato al territorio e alla famiglia. Lo facciamo per vivere, ma sopratutto per condividere il nostro amore per il cibo. Non è mestiere, è un’esigenza. È come respirare, camminare: è volare, è vita!”
“Mi domando solo: perché? Perché avvisarci con tanto ritardo, perche’ spegnere l’entusiasmo per questa scintilla di vita, per chi, come noi, ama il suo mestiere? Perché farci spendere denaro per gli approvvigionamenti, in vista di quei pochi giorni di lavoro, e avvisarci solo nel pomeriggio a giochi già fatti?”
“Ed ora sono qui con la schiena a pezzi e un dolore al cuore per il dispiacere”.
La voce chiara e distinta di Rosanna è una tra migliaia e rappresenta tutti.
Il virus non diserta certo supermercati e metropolitane, comunque pieni di gente, né autobus e strade e piazze affollate. Perciò, insieme ai ristoratori, insieme a Rosanna, viene da chiedersi : “Perché?” “Perché mai..??”
Ad ascoltare le testimonianze dei ristoratori campani, si stringe il cuore: “Non ce la facciamo più”. “Siamo allo stremo”. “Sono rovinato”. “Ci hanno distrutti”. “Sono pieno di debiti e Dio solo sa come mi sono procurato i soldi per non chiudere l’attività”.
“Siamo allo sbaraglio.”
Nel frattempo, la malavita organizzata made in Italy, e soprattutto la Mafia estera, (una in particolare, ora più florida che mai), stanno “strozzando” i piccoli imprenditori distrutti dai decreti – di fatto “rigidi” soltanto per alcune categorie e soprattutto per la Ristorazione – che si ritrovano in molti indebitati fino al collo. Mani strozzine si apprestano a rilevare molte aziende, oltre a quelle che sono già state acquisite letteralmente per fame nei mesi scorsi… e, intanto, le sale dei ristoranti continuano a rimanere deserte, per le ordinanze imposte.