Questa specie d’amore

psicoterapia 2_1Cara Rossella

in seguito ad una delusione affettiva ho deciso di andare da uno psicoterapeuta. Inizialmente riluttante sono stata convinta da una mia amica di provare per qualche mese…I mesi sono divenuti ben due anni! Ebbene sì, sono perdutamente innamorata di lui. Vivo in funzione di questo appuntamento settimanale e nel resto della settimana sogno, anzi farnetico su di lui. Non so se lo abbia capito perché sono stata molto attenta a non espormi ed invento ogni volta situazioni nuove ed  me estranee, pur di avere argomenti  in quell’ora di incontro. Sono folle, sconsiderata, forse pietosa ma lui è diventato per me importante come nessuno : è la mia droga, il mio sogno, la mia unica terapia per sopravvivere!

Katia

Carissima Katia,

non mi chiedi un consiglio ed il tuo è solo uno sfogo… Vivi bene in questo “limbo”? Vuoi continuare così? Sai che di situazioni simili ne accadono spesso, perché la dipendenza affettiva col proprio terapeuta è quasi una regola, da cui poi se ne viene fuori saggiamente guariti e fortificati ? Solitamente accade perché idealizziamo il “benefattore” che ci aiuta a star meglio e ci  “abbandoniamo” a lui. Spesso la nostra psiche scambia dei segnali di interesse e li interpreta a suo piacimento, proprio perché l’egoismo regna sovrano nel mondo. In questo modo,quando ci si sente aiutati, seguiti , rassicurati si tende ad mitizzare ed esaltare la persona che nei nostri riguardi riserva tale comportamento.  Il sentirsi ascoltati, guardati con attenzione, quasi “curati” nella propria interiorità, compresi e consigliati, specie se ciò avviene durante o dopo un periodo di profonda sofferenza, fa scattare un coinvolgimento emotivo confuso con l’amore.Infatti lo psicoterapeuta viene percepito come padre, madre, compagno, amico, fratello, alleato, inteso come un’ancora di salvezza, che riesce a dare serenità, un “ salvatore” che capisce e ascolta ,con il quale poter essere se stessi….Se nel rapporto terapeutico avviene una specie di “innamoramento” chiamato transfert, significa che la terapia sta ottenendo successo ed è preludio di miglioramento. Un bravo psicoanalista sa come gestire questo strano sentimento che aiuta a “crescere”  il paziente affinché non si creino dipendenze o conseguenze affettive ed intime, perché , devi sapere che ricambiare le attenzioni (specie se la terapia non è terminata positivamente)  significa violare gravemente il codice etico e professionale. Poiché le tue intenzioni iniziali sono state quelle di rivolgerti a lui per stare meglio e poter vivere più serenamente, ti consiglio di parlargli con sincerità di questo sentimento che provi. Lui, come tutti i terapeuti, sa bene che capita a tutti i pazienti un momento del genere e che, come ti dicevo prima, è quasi una tappa d’obbligo affinché la terapia abbia successo. Ma se nascondi questo tuo interesse, potresti danneggiare non solo il rapporto tra medico e paziente ma specialmente te stessa ed i vantaggi della terapia. Non ti farà interrompere le sedute, anzi ti aiuterà ancor più a migliorare te stessa. E ricorda bene che l’amore, quello che aiuta, salva e riempie la vita è quello che dobbiamo provare principalmente per noi stessi, senza delegarne la peculiarità ad altri, affinché colmino le nostre lacune. Il compito dell’analista coscienzioso e serio e della sua terapia è solo questo.

Rossella Argo

Per chi volesse scrivere a Rossella, l’email è rossellaargo@gmail.com