PIANURA SCENDE IN PIAZZA PER DIRE STOP ALLA VIOLENZA – FOTOGALLERY

«Giustizia e libertà». Questo il grido di rabbia dei cittadini di Pianura scesi in piazza per dire basta ad ogni forma di violenza. Si è svolto ieri, sabato 11 Ottobre, il corteo di solidarietà organizzato dai cittadini per Vincenzo, il quattordicenne seviziato perché “troppo grasso”. Alle 17:00 un bagno di folla ha sfilato per le strade del quartiere, partendo dall’incrocio di Via Padula alla Rotonda Don Giustino nei pressi dell’autolavaggio, luogo dell’aggressione. L’idea di un flash mob organizzato dai cittadini come forma di protesta per l’atteggiamento di giustificazione del gesto degli aggressori del ragazzo, è stata promossa attraverso una pagina facebook e ha dato vita ad una mobilitazione di massa. Tantissimi i partecipanti: accanto alla massiccia presenza dei cittadini, anche gli amici di Davide Bifolco, il diciassettenne ucciso a Settembre al Rione Traiano, i rappresentanti delle Associazioni che operano attivamente sul territorio, delle forze dell’ordine, tra cui Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri e Polizia Municipale, e delle Istituzioni che vi hanno partecipato in forma privata. «Dobbiamo portare avanti il discorso della legalità e per farlo abbiamo bisogno di un forte intervento delle Istituzioni per produrre delle alternative alla realtà della strada per i giovani del nostro territorio». Queste le parole del presidente della IX Municipalità, Maurizio Lezzi, in merito alla situazione di degrado del quartiere Pianura. «Questa manifestazione è una forte risposta di legalità rispetto ad un vero e proprio atto di violenza», commenta il portavoce dell’Associazione “ Pianura Verde”, Fabio Vivenzio. «Fate molti, moltissimi striscioni, ma non cedete alla tentazione di restituire la violenza. Non è questo lo spirito dell’evento. Siamo arrabbiati, ma la violenza non è mai la risposta giusta». Questo è quanto si legge sulla pagina che ha dato vita alla manifestazione. Due striscioni portati da ragazzini, molti dei quali amici della vittima, hanno aperto il corteo al quale non potevano mancare i familiari del giovane aggredito. «Davvero credevano fosse un gioco? – si chiede Luigi Manna, zio della vittima- Allora dobbiamo insegnargli cosa significa veramente giocare: un gavettone al massimo può essere considerato un gioco, ma non quello che hanno fatto con il compressore». «Non vogliamo perdonare nessuno- commenta la zia- quello che è accaduto è un atto gravissimo, la giustizia dovrà fare il suo corso». Il corteo si è concluso alla chiesa di San Giorgio, dove il parroco, Don Claudio De Caro, ha celebrato una messa pregando per Vincenzo. «Siamo assuefatti alla violenza, dice il parroco. Sta venendo meno il concetto di “persona” e quando viene meno questo valore, è tutto finito. La scuola, la politica e la Chiesa devono essere concentrate al recupero dell’identità della persona ».

Brunella Allocca

Fotogallery a cura di Alessandro Moccia