Osservare in prospettiva . Al cinema con To Rome with love

Nappo20Monica20(4)Ebbene si, i media che con le loro notizie si erano scatenati nel venire a conoscenza dell’esistenza di un film dai colori nostrani, oggi strimpellano con note allettanti in numerose interviste. Di cosa parliamo? Ma dell’ultimo prodotto cinematografico dell’imponente e semplice occhio registico di Woody Allen. Girato a Roma con un cast d’eccezione, si identifica con quel legame tutto terreno che Allen dice di aver instaurato con l’Italia. D’altronde, il suo cosmopolitismo è speculare alla sua attività, insieme di momenti intensi e di passi osservati. Tra i tanti a far parte del cast, un’onda travolgente di nome Benigni, entusiasta dell’esperienza e dell’umanità riscontrata; Isabella Ferrari, Riccardo Scamarcio , Alison Pill, Penelope Cruz, Sergio Rubini, Antonio Albanese, le due partenopee Lina Sastri e Monica Nappo e molti altri. Proprio su una nostra conterranea intendiamo porre particolare attenzione per la carica interpretativa dei ruoli affidatele negli ultimi anni e per il suo modo di vivere e distaccarsi dalla tradizione. Monica Nappo, con radici culturali ben salde, in quanto frutto di esperienze diverse, vive a Londra da un bel po’, suggestionata dalla coesistenza di più voci, dall’esistenza di un enorme insieme culturale. Ha vissuto il clima romano del film con umiltà e consapevolezza, sebbene quest’ultima fosse stata turbata dall’incertezza dovuta alla grandiosità del momento e degli individui che insieme hanno intrapreso tale percorso. Volto emblematico e rappresentativo di un qualcosa che va al di là della propria città, l’abbiamo apprezzata nella magica atmosfera appartenente alla compagnia teatrale di Toni Servillo, di cui ricordiamo, in particolare, il debutto con “Sabato, Domenica e Lunedì” dal sapore drammaturgico sensazionale che la vide nei panni di Giulianella nel 2004 e “Il tartufo” di Molière, per poi introdurre opere di impronta contemporanea che l’hanno vista anche alla regia come : “4;48 Psichosys” di Kane, “After the end”, “Superwoobinda” e tante altre ancora. Formazione teatrale e cinematografica di tutto rispetto della quale esempi illustri quali Carlo Cecchi, Mario Martone per non parlare di Masaky Iwana, Bucholz e tanti ancora che l’hanno diretta per la tecnica vocale e per la danza, possono suggerire qualcosa all’immaginario collettivo. Vince il premio Girulà per “Brutto!” di Carco Cerciello (regista impegnato socialmente soprattutto per quel che concerne la salvaguardia dell’innovazione e delle giovani menti, da diversi anni a capo del Teatro Elicantropo, distintiosi per varie iniziative volte alla sensibilizzazione artistica). Insomma la Nappo è un semplice spunto, un modo per rendersi conto del potere della preparazione, dello studio e della dedizione, ciò che dovrebbe trasparire, insomma, tra gli obiettivi giovani e vincenti.

Francesca Morgante