“Napoli voce e chitarra”.

Il centro storico pullula di arte sacra e di musica di tradizione; la trovi in ogni angolo alzando lo sguardo senza confini Mario 1di orizzonte, oppure osservando in basso come ci si attrezza per fare mestiere e attirare la gente. Ci sono locationdigusto, di culto o di tradizione ove é possibile  esibire la propria capacità canora, e mostrare  un talento di rara fattura , se la voce mette in gioco la melodia e l’interpretazione variegata della sua plasmabile eternità : la canzone napoletana con tali condizioni al contorno, trova l’alcova ideale in un luogo come “Domus Ars” , centro d’Arte Musica e Cultura, e nell’ ugola forte e diromponte  di Fiorenza Calogero, che Sabato 8 Giugno si è esibita  con Gennaro Venditto nello spettacolo “Napoli voce e chitarra”. E’ un binomio già brevettato sulla vivacità  sferzante del modo di rappresentare la tradizione canora partenopea, e il modo più sincrono di accompagnarla con la chitarra.
Domus Ars é posta nella Chiesa di San Francesco delle monache a Santa Chiara, e l’occasione é coincisa con  il connubio tra sacro e profano che vive da sempre nella nostra sacralità e la mario 3storia che la contraddidtingue, con  una voce come quella di Fiorenza che é l’unica a comprendere sia la freschezza del presente che quella del passato, e di conciliare con il rispetto per la tradizione, l’inusitata capacità di innovazione nel labbiale.
Indipendentemente dal ricco exursus canoro di Fiorenza, evidenziato dal pubblico del Domus Ars che a gran voce l’ha definita l’Amalia Rodriguez della canzone napoletana, e dal suo repertorio classico che alla fine ha ribadito come sia proporzionale alla partecipazione di pubblico per una cultura attiva, val bene ricordare che il melange tra profano e sacro, quel fascino della pacata voglia di riscatto che anelava nella canzone  antica, si evidenzia al meglio nel “Canto delle lavandaie del Vomero” del 1200, scena finale del mario 5film ‘Passione’ di John Turturro, ove la figura e la voce di Fiorenza ripropone quella delle bellissime ancelle che venivano dalla provincia a lavare i panni negli anfratti della collina ove scorrevano le sorgenti, e comparivano come fate all’esterno tra le lenzuola stesenell’orizzonte terso e lontano dal cemento. Poi nella strada del ritorno si fermavano a pregare proprio nella ‘Chiesa delle fate’ sulle pendici dell’Arenella, luogo ormai diroccato per incuria.
Questo è il fascino dell’antico, e della liturgica rappresentazione che ha posto la nostra canzone, i sentimenti di libertà e la voce femminile, nel cuore di coloro che come Fiorenza la vogliono pittare nel tempo, con esperta affezione e professionalità non facilmente riproducibile. “Napoli voce e chitarra” é un progetto di Fiorenza teso ad omaggiare Napoli e la sua musica immortale, e a far prendere nuova vita a classici come “O sole mio”, “Torna ‘a Surriento”, “Era de Maggio” riprodotti da una cantante, attrice, performer dai tempi di aggancio delle note precisi e mai stagnanti.

A cura di Bruno Russo