L’Italia del paradosso

italiaUna fitta presenza di persone “spontanee” invade il nostro quotidiano da ogni punto di vista. Registi come Fellini , per esempio, che cercavano di costituire, attraverso il proprio modo di far cinema, un punto di rottura imponente , una contrapposizione ad ogni tipo di congettura, premiavano la spontaneità dell’umano rappresentando soprattutto la cruda realtà sociale. Oggi lo scenario è alquanto mutato e la realtà non lascia più, come in passato, ampio spazio all’immaginazione: ci si improvvisa in ogni tipo di attività pur di apparire, esprimendo il proprio modo di essere in modo deleterio in particolare nel mondo dello spettacolo, in cui ci si addentra con la speranza di uscirne con tasche stracolme e un po’ di popolarità, non più per passione. La spontaneità che un tempo traspariva sempre meno, oggi cede il campo a frivoli individui fin troppo considerati. Certo, tutto si può fare per chi ha talento, ma per chi non ne ha? Per chi non ne possiede la febbre dei reality, dei salotti televisivi, delle scelte, dei troni , è una rendita che non frutterà a lungo. La leggerezza è e deve essere caratteristica di questa realtà, ma in quantità simili si rischia l’indecenza o in alcuni casi, il paradosso. Anzi paradossale ormai appare l’intelligenza: conversando con ragazze quindicenni sembra non solo scontato il contatto con alcune trasmissioni televisive in cui ci si reca per passare in rassegna alle eventuali anime gemelle, ma si percepisce, nelle loro parole, stupore nel caso in cui qualcuno abbia pronunciato frasi di senso compiuto o abbia dimostrato di saper pensare… Beh andando un po’ più fondo, l’affare della visibilità sembra esser divenuto l’icona di questi anni, ma soprattutto un sogno a portata di mano. “Basta essere un po’ intonata”- mi ha riferito una di loro – “ o ballare un po’ così, tanto ce la fai, ce l’ha fatta pure quella lì, la invitano sempre in tv…” . Questo è solo un piccolo esempio che, per fortuna, non riguarda tutti, ma rappresenta un fenomeno sociale piuttosto rumoroso. Incominciamo a pensare che è possibile cambiare canale!

A cura di Francesca Morgante