L’Aquila, dal Conservatorio all’Europa l’onda della Musicoterapia

All’Aquila una pagina nuova per i musicoterapeuti italiani ed europei. A scriverla il Conservatorio ‘A. Casella’ guidato da Bruno Carioti che ha fortemente voluto ridare vita ad un percorso interrotto dal fatidico sisma del MUSICA 12009. Prima del terremoto, infatti, il Conservatorio dell’Aquila aveva chiamato a raccolta tutti gli operatori del settore per aprire il varco a nuovi campi di ricerca e collaborazioni internazionali. Poi il 6 aprile di tre anni fa tutto si è fermato ed è iniziato il tempo della ricostruzione, nel quale Carioti ha dato alla musica l’onere e l’onore di aiutare gli aquilani ad uscire dalla paura.

Ora l’appuntamento è tornato in agenda e all’Aquila musicisti, musicoterapeuti e medici stanno mettendo insieme il loro capitale di esperienze per trovare un filo comune che dia alla ricerca in questo campo la ricchezza di ogni singola scuola e un linguaggio condiviso che porti frutti inediti a vantaggio del binomio ‘guarigione-suono’. ‘La Musicoterapia in Italia e in Europa. Esperienze cliniche e riflessioni’, in corso nel Conservatorio costruito dopo il terremoto dalla Protezione Civile, sta mettendo a confronto molti professionisti fra cui il professor Jos De Backer, Direttore del ‘Lemmen Institut’ di Leuven (Belgio), che richiama l’attenzione di tutti i colleghi sul valore dell’improvvisazione musicale fra terapeuta e paziente utilizzando la comunicazione empatica come linguaggio ‘sonoro’ non verbale e dando crucialità alla costruzione musicale.

Come dire che il paziente e il terapeuta nel rapportarsi hanno il comune obiettivo di comporre una vera e propria ‘pagina di musica’ che apra la strada ad una nuova frontiera di guarigione. De Backer, in sostanza, utilizza il canale sonoro lavorando sulla musica nella sua complessità, quindi in rapporto alla melodia, al ritmo, all’armonia e alla composizione al fine terapeutico.

“La fisica distrugge una città e la musica la ricostruisce – è l’esordio dell’oncologo e immunologo Maurizio Grandi – In questi giorni L’Aquila è tornata alla ribalta per il famoso processo a Galileo. I giornali hanno titolato ‘Clini, la sentenza sul terremoto, è come la condanna di Galileo’. E tutti ora ricordano l’Aquila per le dimissioni dei componenti della commissione Grandi rischi. Galileo lavorava sugli astri e cosa sono? Musica. Aristotele affermava ‘Se un corpo produce un suono, per analogia deve dirsi degli Astri. La loro velocità varierà al variare della distanza, come la velocità delle vibrazioni varia in base alla lunghezza delle corde della lira’”.

“La nota più profonda nell’Universo – sottolinea Grandi, direttore de La Torre di Torino – è una nota che ha risuonato 250 milioni di anni fa nell’ammasso di Perseo. Fotografata dall’osservatorio orbitante a raggi X Chandra. Al suo centro c’è un buco nero supermassiccio; onde sonore partono dal buco nero e attraversano il gas viaggiando per centinaia e migliaia di anni luce. Il buco nero si sta comportando come un contrabbasso che vibra con un si bemolle profondissimo, sotto della soglia di udibilità dell’orecchio umano: la sua frequenza è più bassa di 57 ottave rispetto a quella del ”do” centrale (2,63 10 alla quindicesima Hz)”.

Poiché vedevano che le note e gli accordi musicali consistevano nei numeri pensarono che gli elementi di tutte le cose e che tutto il cielo fosse armonia e numeri… La musica c’era già prima. Prima degli umani, era l’onda dell’universo, il suono del mondo. Così come nell’infinitamente grande così nell’infinitamente piccolo. Siamo in un momento di svolta e paradigma: La nuova frontiera del farmaco e della chimica presuppone la dematerializzazione degli stessi. Nuovi farmaci come onde sonore.

Nel corso del Convegno anche un focus sulla professione di Musicoterapeuta. E’ In particolare l’AIM (Associazione Italiana Musicoterapeuti presieduta da Ferdinando Suvini) ha sottolineare che i Musicoterapeuti professionisti sono pronti a partecipare con gli operatori sanitari alla riabilitazione della disabilità psichica, neurologica, fisica.

Disabilità che solo in quella acquisita tocca il 6% della popolazione. A questo punto sta ai Medici ed al Personale Sanitario comprendere che è indispensabile essere insieme nel prendersi cura del disagio cronico. Intanto già molti ex allievi hanno asfaltato strade nuove in giro per l’Europa : c’è chi, in Lettonia, nell’Ospedale Regionale Liepaja ha creato una nuova struttura di sostegno musicoterapico all’interno del reparto di neurologia; e chi, in Romania, nel Centro Don Orione, ha dato il via per la prima volta ad una stretta collaborazione fra medici, psicologi e musicoterapeuti nella cura di disabilità gravi.

Il corso di specializzazione biennale in Musicoterapia è nato al Conservatorio de L’Aquila nel 2005 a seguito dell’autorizzazione dell’AFAM (Decreto Ministeriale 23 novembre 2005 del Consiglio Nazionale Alta Formazione Artistica e Musicale) e lavora a braccetto con l’Università degli Studi de L’Aquila, Facoltà di Medicina e Psichiatria.

di Redazione