L’alcolismo: un problema che riguarda gli altri?!?

APRILE: MESE DI PREVENZIONE ALCOLOGICA

alcol2Prima di passare alla definizione di alcolismo bisogna ragionare sull’emergenza alcol e farci delle domande sul nostro comportamento alcolico per comprendere se anche noi stessi, senza accorgercene, stiamo assumendo un comportamento alcolico a rischio.
E’ molto semplice e comodo vedere questo problema come qualcosa che appartiene agli altri, come qualcosa che “a me non può capitare” e magari si dice spesso che “chi eccede è stupido”!!!
Ma….da dove parte l’eccesso?
Quali sono i criteri ed i parametri che abbiamo per dare giudizi e ritenerci dei bevitori “moderati” e soprattutto, quale è la dose moderata che non mi permetterà mai di diventare dipendente dall’alcol? Non è facile dare queste risposte in quanto la cultura del bere, ben radicata nella nostra cultura, non ci permette di essere obiettivi e soprattutto aperti a recepire informazioni scientifiche sull’argomento che ci permettono di prevenire il problema o quantomeno affrontarlo senza averne vergogna!
Purtroppo non esiste una quantità alcolica che può essere definita “sicura” ma solo “a basso rischio”….non esiste un bere che possiamo definire a “rischio zero”…Questo è il primo elemento importante per la nostra riflessione, avere la consapevolezza che il problema dell’alcol non colpisce una categoria di persone specifica ma può colpire tutti indistintamente ovviamente in base a dei comportamenti e consumi ritenuti a rischio e protratti nel tempo.
Per definizione l’alcolismo è un disturbo a genesi multifattoriale (bio-psico-sociale) associato all’assunzione protratta (episodica e cronica) di bevande alcoliche, con presenza o meno di dipendenza, capace di provocare una sofferenza multidimensionale che si manifesta in maniera diversa da individuo a individuo.
L’alcolismo è definito dalla contemporanea presenza di più fattori quali:
a) perdita di controllo sull’uso di alcolici evidenziabile dal “fenomeno del primo bicchiere”, dai tentativi inefficaci di controllo, dalla continuazione del bere nonostante gravi conseguenze legate a tale uso
c) dipendenza incapacità di rinunciare all’assunzione di alcol e conseguente sforzo per procurarselo, dovuto all’irresistibile desiderio legato al piacere dell’assunzione (dipendenza psichica), con tendenza ad aumentare la dose per mantenere il medesimo effetto (tolleranza) e al timore dell’insorgenza della sintomatologia organica di privazione (astinenza) che caratterizza la dipendenza fisica
d) cambiamento dello stile di vita caratterizzato dalla tendenza all’isolamento, dal mal funzionamento fino alla perdita delle abituali relazioni sociali e da danni nelle diverse aree di salute vitale
e) problemi familiari, o comunque della rete sociale personale, di diversa entità, che possono giungere alla disgregazione del tessuto familiare e alla comparsa di franche manifestazioni di sofferenza psichica, emozionale e relazionale nel partner e negli altri conviventi.
Identificare correttamente i problemi alcol-correlati e la dipendenza può essere difficoltoso perché i portatori di tali problemi:
• non sono facili al dialogo
• generalmente non ammettono di avere un problema con l’alcol
• tendono a non riferire in modo corretto i dati sanitari (legati a problemi di salute) o non ne attribuiscono una relazione con l’alcol.

Inoltre i problemi alcol-correlati sono spesso minimizzati dalla famiglia e dagli amici perché è difficile accettare di avere questo problema visto come una sconfitta, una vergogna, una dipendenza o che colpisce i deboli e gli sfigati! Errato! Questi sono solo dei pregiudizi! Se si capisce di avere un problema con alcol non è una vergogna, anzi, si deve essere fieri di essere riusciti ad individuare il problema, sia se si tratta di noi stessi sia si tratti di un familiare o un amico, e fare di tutto per porre rimedio. Per fortuna attualmente sul nostro territorio si è ormai preparati nell’affrontare il problema sia da parte delle Asl sia delle associazioni del terzo settore che in questo sono specializzate.
Il percorso che inizia dal momento che si prende consapevolezza del problema è lungo, sicuramente difficile e tortuoso ma porta sicuramente a riprendere in mano le redini della propria vita che erano ormai in mano ad una bottiglia!
Molti sono gli approcci per la risoluzione del problema, bisogna solo conoscere le risposte al problema e poi scegliere quale può essere il percorso che fa per sè stessi!.
Ci si può rivolgere alle Asl del proprio territorio (che ormai hanno quasi tutte una sezione di “Alcologia”); l’Istituto Superiore di Sanità ha istituito un numero verde al quale chiamare per qualsiasi dubbio, chiarimento o aiuto (num. VERDE ALCOL 800632000); ci si può rivolgere alle associazioni di volontariato esperte sull’argomento che promuovono anche delle terapie di gruppo: Alcolisti anonimi e/o Club alcolisti in trattamento.

“L’adolescente smette di essere adolescente quando incontra il proprio limite e lo accetta, incontra il limite dei propri genitori e li accetta, sa incontrare la paura e chiedere aiuto” (Donald Melzer).