LA FOLLIA DEL NATALE

Cara Rossella,
In questo periodo natalizio ho litigato più volte con i miei figli e con altre persone che angosciate dalle richieste dei propri bambini, si rossella 1dannavano non trovando i regali richiesti. Un via vai di pacchi, pacchetti, telefonate interminabili per decidere chi doveva regalare e cosa regalare, nervosismi in famiglia per la preparazione del cenone. Tutto questo per due giorni in cui l’ unico vero significato sarebbe quello religioso e non consumistico. Mi sento davvero disgustata da tutto questo e penso che specialmente i bambini traggano solo un esempio negativo da questo ricevere senza merito. Ma ormai non ho voce in capitolo e sono anche stanca di polemiche.
Mimma

Cara lettrice,
l’atmosfera natalizia dovrebbe far rivivere tradizioni e costumi, ricordando la festa religiosa ed i valori che essa trasmette, un momento di attesa e di gioia. Un tempo il Natale veniva festeggiato in modo semplice, senza albero ma solo con il presepe ed era l’occasione per riunire tutta la famiglia e quei pochi doni regalavano una felicità immensa. Oggi invece, all’avvicinarsi del Natale, il mondo sembra impazzire! Bombardati da messaggi fuorvianti, pubblicità ingannevoli, migliaia di persone affollano le strade alla ricerca del regalo migliore, associando il valore dell’oggetto alla felicità, il possesso alla gioia del donare, compromettendo tutto l’incanto del Natale. Una vera follia collettiva il consumismo che ha distrutto la magia di questa festività, perché ormai questa ricorrenza é divenuta simbolo dell’opulenza e dei regali inutili, sì inutili perché ormai tutti abbiamo troppo, tutti possediamo l’indispensabile ma, ahimè ,siamo attratti dal superfluo. La società contemporanea ha dimenticato quella piccola lezione morale che si faceva ai bambini ” se ti comporti bene e sarai buono, riceverai il tuo dono”, privilegiando regali sani ed educativi, coinvolgendo i piccoli nella magica atmosfera di incanto e di favola, aiutandoli nell’attesa non solo a fantasticare, immaginare, sognare,sospirare, ma anche a saper desiderare ed attendere. Con amarezza devo ammettere che molti genitori, forse troppo distratti e poco attenti o forse angosciati da sensi di colpa, accontentano ormai quotidianamente i propri figli, elargendo in anticipo tutto ciò che potrebbero desiderare e così “addio” al regalo che significa “ricompensa”. Questo é un preludio alla povertà spirituale che ormai da tempo incombe, povertà di valori che lascia un vuoto che nessun oggetto potrà mai colmare. In un momento di crisi come quello che stiamo attraversando, mi sembrerebbe doveroso un certo rispetto per il denaro ed un po’ di buonsenso, privilegiando altri valori e princìpi, come la semplicità, l’aiuto a chi si trova in situazioni disagiate,l’attenzione verso i sentimenti e non verso gli oggetti, senza sentirsi obbligati al dono,alla preparazione di pranzi elaborati e costosi, dimenticando il vero significato del Natale. Com’é difficile non farsi coinvolgere da questa frenesia e come sarebbe bello condividere come si faceva un tempo,emozioni, sensazioni, quella magica essenza del Natale, possibilmente con la propria famiglia…Questo sarebbe un gran dono, l’unico dono importante per tutti noi.
Rossella Argo
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