In scena la follia con Ditegli sempre di si

_MG_7600In scena al teatro Delle Palme di Napoli “Ditegli sempre di si”,commedia in due atti di Eduardo De Filippo,la cui trama,sebbene si profili come rappresentativa di un occhio drammaturgico originale, conserva quasi, come se ne fosse stata letteralmente imbevuta, uno spirito “scarpettiano” responsabile della gradevolissima linea comica. E ora che,a calcare la scena sono Gigi Savoia,Maria Basile e Antonio Casagrande, per applaudire, è doveroso sottoporre a tensione i gomiti. Curricula di prestigio tra i quali emerge quello di Casagrande, che nella versione televisiva del 1962 si calava nel ruolo di Luigi Strada (oggi interpretato da un attento e preparato Massimo Masiello, consapevole della grandezza del ruolo e per questo mai superficiale nel riproporlo) noto per le svariate esperienze teatrali e per la capacità di mettersi sempre in gioco essendo, in questa occasione, un accento nuovo, di cui precedentemente poco si avvertiva l’eco. Avendo avuto l’occasione di intervistarlo, Casagrande dice del suo ruolo:”E’ una specie di remake al contrario; ho voluto giocare col personaggio di Vincenzo Gallucci, arricchito di provincia e amico di casa Murri, e a rivedermi in questo ruolo riesco a vivere la commedia in modo diverso anche perchè, a una certa età, è importante basarsi su nuove idee, sulle quali si fonda il teatro tutto”.Il Gallucci,invita i protagonisti a trascorrere una breve vacanza,intrapresa con un pranzo in onore del padrone di casa che compie gli anni e che occupa l’intero secondo atto, in un’atmosfera dai tratti bucolici resi dalla scenografia di Renato Lori e che circonda la villa che li ospita. Equivoci sviluppati dalla mente malsana del protagonista Michele Murri (Gigi Savoia) sostenuto dalla sorella Teresa (Maria Basile) nel tenere celata la sua _MG_7898pazzia che lo ha condotto in manicomio per circa un anno. Proprio questo particolare, che spiegherebbe il ricorrere necessariamente ad una logica, coinvolge gli altri personaggi in un fitto legame di azioni-reazioni. “Il timore reverenziale” che Gigi Savoia, a ragione, dice di provare nell’approcciarsi a un ruolo del genere, si dissolve, in apparenza, per l’immediato successo in palcoscenico dovuto alla totale assenza di banalità, per l’attenzione minuziosa ai dettagli, quali i tic, il ventaglio di espressioni..Insomma una presenza scenica che ci permette di seguire il cosiddetto filo rosso della critica letteraria: Michele Murri, Ciampa de Il Berretto a sonagli, la corda pazza, la società, il teatro, I vuless truvà pace è forse il punto d’arrivo? Sì, è proprio così – commenta Savoia- c’è un legame che è forse proprio quello del nastro rosso con il quale il protagonista immagina di vedere legati i pacchetti di mille lire… Murri è tutto questo, è la sublimazione delle intuizioni eduardiane e pirandelliane! L’eccellente contributo musicale del Maestro Antonio Sinagra è conforme alla trama nonchè parte del patrimonio poetico di Eduardo, “Penziere mieje”, musicato con estrema cura agli inizi degli anni 80, dallo stesso compositore partenopeo. Il tema musicale scelto è quello di “S’è guastato o rilorgio” che rende più che puntualmente il senso dell’opera. Le “nuove” note di regia sono di Maurizio Panici, abile nel nuovo sviluppo del copione. La compagnia vanta, tra gli altri,la presenza di Renato De Rienzo, Pina Cutolo, Felicia Del Prete,Luana Pantaleo, Vincenzo Merolla, Francesca Ciardiello.

A cura di Francesca Morgante