IL RICORDO CHE E’ ESEMPIO DON PEPPINO DIANA

All’Istituto Tecnico Industriale “A. Volta” di Aversa (CE) si è voluto ricordare non l’epilogo della vita di don Peppino Diana ma il suo percorso di vita attraverso le tante difficoltà e minacce, mai incerto, per contrastare la piaga della news 1malavita organizzata.

Il momento articolato tra testimonianze, musica e lettere lette da docenti e alunni è stato di grande commozione, in quanto tutti coloro che vivono nell’Aria sentono il peso di un fardello pesante che decide per un popolo e che lo definisce al di là di ogni ragionevolezza.

Appartenere ad una certa area geografia, a causa di certa cronaca che evidenzia solo il tarlo che corrode ma non la sostanza, in qualche modo, stabilisce una provenienza “dubbia”. Dire Casalesi non è piu’ sinonimo di un popolo ma di un clan, ingiustizia che penalizza chi è costretto a vivere una realtà già tanto difficile.

In ogni campo c’è il seme malvagio che si nutre dello spazio vitale altrui ma quando c’è chi lo governa questo provvede ad estirparlo.

Se siamo fuori dalle logiche della giustizia privata, viene da chiedersi dov’era chi ci governa, dov’era lo Stato!

news 2Don Peppino è stato un docente apprezzato, un punto di riferimento per la società civile e religiosa e non solo, anche il braccio concreto del “corpo” assente della massima Istituzione e, forse questo investe non solo mandanti e killer di responsabilità.

Il 19 marzo del 1994 alle 7,30 veniva ucciso, prima di dire la messa nella sua parrocchia di San Nicola di Bari, don Peppino Diana, chiudeva così il suo passaggio terreno per rafforzare quello del suo spirito presente nell’esempio oltre ogni limite temporale.

All’incontro hanno preso parte: il preside dell’Istituto professoressa Laura Nicolella, docenti di diverse materie una per tutti la professoressa Annamaria de Vito, amministratori quindi il sindaco di Aversa il dott. Sagliocco e vice sindaco, ancora l’assessore al lavoro dott. Gianpaolo Dello Vicario, l’onorevole Antimo Cesaro, molto presente sul territorio, il quale ha sottolineato l’importanza della precisione del linguaggio anche nel definire che cos’è la Camorra quindi le sue diverse declinazioni: quella che uccide, quella dei colletti bianchi, quella presente nelle Istituzioni, nella compagine dello Stato. Inoltre la fondamentale opera degli insegnanti per contrastare la malavita organizzata, oltre chiaramente alla mano ferma dello Stato; il senatore Lucio Romano  con il suo distinguo, news 3estremamente efficace anche per la chiarezza espositiva, sulla verità parziale e la verità totale quella che grava su tutta la vita ma anche l’unica che porta alla democrazia che è soprattutto la difesa dei piu’ deboli; il successore di don Peppino, don Franco Picone, con la sua serenità e senso di responsabilità verso le nuove vite, coloro che devono assorbire e portare avanti quel senso di dignità che il popolo deve esprimere agli altri popoli e non solo averne consapevolezza.

Il momento si è concluso sulla scultura portata alla luce nel cortile dello stesso Istituto per il Ricordo di un Uomo giusto el’Esempio alto di civiltà e di coraggio di un Popolo.

A cura di Brunella Postiglione