Human Landscapes, la personale di Adele Sommella alla Galleria Monteoliveto

nudovUmanità come natura e viceversa, è il contrasto-contatto che Adele Sommella porta alla Galleria Monteoliveto nella personale “Human Landscapes”, in mostra fino al 28 giugno (infoline 08119569414 – www.galleriamonteoliveto.it – galleriamonteoliveto@gmail.com). «Fotografie dal fortissimo impatto estetico che, però, riescono a mantenere una concettualità molto forte. L’effetto patinato, lo studio delle luci e delle ombre, le pose, contribuiscono alla creazione di un prodotto curato ma capace di suggestionare l’osservatore», e Christian Iorio ha centrato perfettamente il concept di questa mostra fotografica. Nelle parole del critico, che ha curato la presentazione dell’esposizione, infatti, viene evidenziato l’aspetto estetico dell’opera di Sommella: nelle sue undici coppie di foto, magnolia20dove dettagli della natura vengono messi a confronto con particolari del corpo umano, la resa finale è assolutamente raffinata ed elegantissima, il nudo è un amalgama di emozioni, e la pelle appare il più naturale dei tessuti per coprire i palpiti dell’anima. «Nelle mie foto -spiega Sommella- il seno, il ventre e il pube alla loro connotazione tipicamente sessuale ne aggiungono una più intensa, diventano simboli della fertilità; la donna, infatti viene vista in una dimensione creatrice, viene vista come un essere vivente che genera vita». Le foto della giovane ed eclettica artista, anche grazie alla sensibilità che suggerisce il b/n, stemperano la forte carica erotica con un languore umano che rende tutto più etereo e profondo. La mostra, tappa del progetto “Giovani talenti”, che lo spazio all’11 di piazza Monteoliveto diretto da Chantal Lora e Antonio Nicola Ciervo porta avanti, rappresenta un segno di continuità con gli altri eventi espositivi della stessa serie anche per il fil rouge rintracciabile nel soggetto corporeo: «la compostezza delle immagini -afferma Lora- non scalfisce minimamente l’energia del messaggio che intendono portare: andare oltre la fisicità e recuperare la dimensione naturale dell’umano». Ventidue fotografie dove spesso la corteccia si fa telo, e il telo diventa quinta di quel meraviglioso spettacolo senza repliche che è la vita.

Rosaria Morra