Fino al 29 febbraio Castel dell’Ovo ospita Gli artigiani, la personale di Carlo Improta

Gl iartigiani - Carlo Improta - 1Fino al 29 febbraio Castel dell’Ovo ospita “Gli artigiani”, la personale di Carlo Improta, a cura di Stefano Taccone (infoline 0815595300 – www.carloimprota.xoom.it). «L’intera mostra è metafora di questo viaggio misterico e doloroso che l’artista compie attraversando la propria coscienza individuale per poi rinascere nella conciliazione di pensiero e azione che vive nelle mani dei semplici. È in questo riconoscimento del valore del loro lavoro che -afferma Taccone- sta il più forte grido essenzialista di Carlo Improta». L’esposizione, infatti, rappresenta un trip nell’universo dimenticato o troppo superficialmente analizzato di chi nella essenzialità della vita compie il suo percorso quotidiano. Un ritorno alla semplicità di ciò che circonda l’uomo, dei suoi bisogni primari, intesi nel senso più alto e nobile, come esigenza dell’anima e non del corpo, ma anche uno sguardo amorevole verso il lavoro che più di ogni altro si concretizza nella materialità, quello artigianale, appunto. Sacerdoti di questa dottrina laica, fatta di lavoro e passione, di sacrifici e sforzi, gli artigiani diventano i protagonisti di questa accuratezza Gl iartigiani - Carlo Improta - 2formale sostanziata da rispetto e ammirazione, ma anche protagonisti di un’analisi che sottolinea «la persecuzione sociale che negli ultimi trent’anni hanno subito gli artigiani da parte dello Stato. Sono talmente tante le tasse che subiscono che l’utile è letteralmente scomparso, e per loro che sanno fare qualcosa con le proprie mani e non solo col cervello -afferma Improta- è impossibile cambiare mestiere. Non possono più avere collaboratori ma solo servirsi di se stessi». Realizzata anche grazie all’assessore alla Cultura Comune di Napoli, Antonella Di Nocera, Linda Irace, presidente Ass. Tempo Libero, Gilda Luongo, filosofo e critico, Filomena Pagnani, presidente Ass. L’Essenzialista, Domenico Raio, giornalista e scrittore, Pietro Golia, giornalista ed editore, e Maria Savarese, coordinatrice del progetto, la mostra, che in tanti aspetti si accosta all’“L’essenzialista” (edito da Thesan&Turan), il “giallo poliziano” firmato da Improta, s’impone nel panorama culturale nazionale come un serio monito verso chi ha fatto del made in Italy l’eccellenza cui il mondo intero guarda. E “copia”.

Rosaria Morra