El Camino de la  Luz dell’artista Cherny, in mostra fino al 6 maggio presso la Galleria Monteoliveto

Da sinistra, Chantal Lora, Cherny e Gennaro Oliviero

La passione umana si fonde al fascino di luoghi mistici nell’umidore cromatico, è “El Camino de la  Luz”, la personale della celebre artista di origini africane Cherny, in mostra fino al 6 maggio presso la Galleria Monteoliveto. Vivacità e astrattismo s’imprimono sulle grandi tele proposte per l’evento espositivo fortemente voluto da Chantal Lora, direttrice dello spazio all’11 di piazza Monteoliveto: «ho apprezzato subito la pittura di Cherny, perché alla forte carnalità unisce un’eleganza e un fascino che davvero risultano irresistibili». La femminilità permea ogni tela e si stende come una impercettibile vernice, donando nuova luce alle opere. Tutti i lavori proposti per questo esclusivo allestimento sono stati, inconsciamente, pensati proprio per Napoli; la città all’ombra del Vesuvio è infatti molto vicina, emotivamente, all’animo tumultuoso e vibrante di questa splendida donna che esprime attraverso l’arte un mondo interiore assolutamente da scoprire. La mostra, che consta di circa venti lavori, è un vero e proprio viaggio, tra i misteri dell’Africa, dove è nata; l’eleganza un po’ naïf e bohemien del 1 L'Arche de Noé, Huile sur Toile Olio sobre Tela Oil on Canvas 2006 (80-70)2Belgio dove ha vissuto per molti anni, e la festosa joie de vivre francese, che è parte del suo essere. Sulle tele, di diversi formati, la pittura ad olio scivola copiosamente, stesa ora con il pennello, ora con la spatola, per delineare forme dai contorni evidenti eppure destinati a perdersi, con rimandi forti e decisi a quel Van Gogh così tormentato e passionale che continua a irretire da più di un secolo. «Solo dopo molti anni, guardando i suoi lavori ho capito che lo “conoscevo” da sempre. Guardavo i suoi paesaggi, quella Provenza a me così cara e mi accorgevo di averla già vissuta, amata, apprezzata, dipinta. Una folle corsa verso di lui -spiega Cherny- che ho fatto inconsapevolmente. E poi i suoi girasoli, quella carica vitale che mi è tanto vicina, è stata una folgorazione». E proprio i girasoli sono sulla copertina del catalogo che, ai testi curati da Beatrice Bregoli Orts (Nizza), Brigitte Camus (Parigi), Chiara Ciappelloni (Viterbo) e Gianni Nappa (Napoli),13 Venezia for Ever Huile sur Toile Olio sobre Tela Oil on Canvas 2007 (125-115)2007 accompagna le “paroles d’amour et d’admiration” di quelli che hanno conosciuto la geniale creatrice; la presentazione, invece, è opera di Gennaro Oliviero, segretario generale dell’associazione “Amici di Marcel Proust”, nonché curatore del “Giardino di Babuk”. «Le opere di Cherny, tutte caratterizzate da un tonalismo sensibile e fermo, sottolineano le ascendenze impressionistiche, i misteri dell’Africa e le contaminazioni della cultura messicana, in percorsi didascalicamente suggeriti da opere come Nuevegirasoles, Roots Out, Nile Felouks, Mexico Lindo che -afferma Oliviero- sembrano voler cogliere fuggevoli e irripetibili bagliori luminosi». L’esposizione è un rincorrersi di cobalti vistosi, verdi accesi, rossi scarlatti, terre calde e atmosfere sospese in un limbo di profana sacralità. Alle grandi tele sono abbinate stralci di prosa e versi di celebri autori, in particolar modo Paulo Coelho, alla cui scrittura Cherny è particolarmente vicina. L’artista, che parteciperà con Galleria Monteoliveto all’importante Salone Art Monaco ’10 “where art meets glamour”, Forum Grimaldi, Montecarlo, in programma dal 29 aprile al 2 maggio 2010, è impegnata in una produzione artistica destinata ad un progetto meritorio che, atto ad alleviare le sofferenze, coinvolge alcune strutture ospedaliere degli States.

di Rosaria Morra