COME ALIMENTARSI IN SALUTE

ImmagineIl corpo umano, come quello di tutti i viventi, ha bisogno di cibo, cioè di un apporto adeguato di nutrienti, ai fini della produzione di energia, dell’accrescimento durante lo sviluppo e della sostituzione dei composti chimici trasformati dalle cellule durante le reazioni chimiche del metabolismo.

L’uomo è il prodotto di un’evoluzione millenaria durante la quale si è adattato molto lentamente e quasi inavvertitamente ai quei nutrienti che lo hanno accompagnato fino ad un centinaio di anni fa senza traumi di bruschi cambiamenti.

Purtroppo soprattutto dagli ultimi 60 anni sono avvenuti nell’alimentazione più cambiamenti che nei precedenti 2000 anni: il corpo dell’uomo, non avendo il tempo necessario per adattarvisi , spesso tende a reagire con disturbi metabolici( allergie, crollo delle difese immunitarie etc.) .

Diventa necessario ed urgente correggere le abitudini alimentari: da esse dipendono la durata e la qualità della vita. A tavola si commettono almeno tre errori :

1)Si mangia troppo(nei paesi industrializzati 2-4 volte più del necessario, con un eccesso esagerato di calorie).

2)Si mangia male: non si rispettano le proporzioni tra i nutrienti (proteine, glicidi, lipidi, etc.) consigliate dai nutrizionisti e troppo spesso si privilegiano i grassi animali.

3)Si mangiano cibi con alimenti troppo lavorati e raffinati dai processi industriali di trasformazione e conservazione, i quali li impoveriscono di vitamine, sali minerali e fibre. I carboidrati complessi troppo raffinati (pasta non integrale, pane bianco, riso raffinato , etc.) come lo zucchero semplice dei dolci e gli alcolici, fanno innalzare repentinamente i livelli di zucchero nel sangue e inducono un altrettanta brusca scarica d’insulina, che non solo serve ad abbassare il livello di glucosio, ma determina anche la trasformazione del glucosio in eccesso, nei grassi delle cellule adipose. Le malattie del benessere(sovrappeso, obesità, cardiopatie, trombosi, displasie, osteoporosi, artrosi, diabete alimentare etc. ) sono in continuo aumento . Per prevenirle, per stare bene in salute fisica e mentale, per una migliore qualità della vita bisogna : “Mangiare bene” secondo un’Alimentazione Mediterranea, cioè in modo salutare ed equilibrato senza eccedere nelle quantità.

Ed ecco un po’ di storia della Dieta Mediterranea

Il modello alimentare delle società occidentali tecnologicamente avanzate si discosta notevolmente da un modello alimentare salutare perché vi si privilegiano carni rosse, grassi animali, alimenti troppo calorici e troppo raffinati, alcolici etc. , lasciando poco spazio ad alimenti più adeguati quali frutta, ortaggi, legumi, olio d’oliva, pesce etc. I paesi che si affacciano sul bacino del Mediterraneo, al di là delle differenze locali, hanno una tradizione alimentare comune: l’uso di prodotti come olio di oliva, pasta, pane, legumi, vino, ortaggi, frutta, pesce, carni bianche, formaggi freschi, mentre scarso è l’ uso di carne rossa: si può parlare di “Dieta Mediterranea”.

La scoperta della Dieta mediterranea è da attribuirsi ad Ancel Keys, Professore dell’Università del Minnesota, che la illustrò nel suo libro “HAW EAT WELL AND STAY WELL: THE MEDITERRANEAN WAY”, partendo da uno studio sulla patologia coronarica.

Morto a quasi 101 anni , ha trascorso, insieme alla moglie e ad un gruppo di ricercatori, 40 anni (dal 1963 al 2000) nel Cilento a Pioppi (Pollica), dove era giunto in gita da Napoli. A contatto con la popolazione del Cilento si era accorto che in essa le cosiddette “malattie del benessere” avevano un’incidenza di gran lunga inferiore a quella degli USA. Sulla base di queste osservazioni avviò insieme al suo gruppo di collaboratori un programma di ricerche sulle abitudini alimentari e sull’incidenza delle malattie degenerative croniche del benessere, in 7 paesi “Seven Countries Study” (Usa , Giappone , Jugoslavia , Olanda, Grecia , Finlandia , Italia), nell’arco di 20 anni, con metodici controlli quinquennali sull’alimentazione di 12000 soggetti in età tra 40 e 59 anni, sia sani che non in buona salute. Da questo studio emerse anche che la mortalità cardiopatica ischemica era nettamente inferiore tra le popolazioni situate intorno al Mediterraneo.

La maggiore mortalità nelle altre popolazioni fu da Keys attribuita alla dieta caratterizzata dalla prevalenza di grassi animali e di carni rosse e dalla carenza di ortaggi, legumi, frutta, pasta, pane e olio di oliva.

Successivamente, sia biologi che medici di vari paesi hanno riscontrato che il modello alimentare mediterraneo esercita effetti favorevoli anche su soggetti diabetici, ipertesi ,etc.

Negli anni 70 a livello internazionale ebbe inizio un ampio programma di medicina preventiva nei confronti delle malattie del benessere, basato sugli studi di A. Keys e quindi sulla diffusione della Dieta Mediterranea .

Nel prossimo articolo seguirà un breve quadro riassuntivo della Dieta Mediterranea, comprensivo dello stile salutare di vita e un primo menu giornaliero salutare, con le relative ricette di pietanze autunnali.

La dott.ssa Anna Franca Freda ,ex ricercatrice universitaria, attualmente docente di “Cucina dietetica Mediterranea” nella fondazione Humaniter di Napoli e docente di “Storia dell’Alimentazione” presso l’Università della terza età (UNI–3) di Napoli , si propone di trasmettere una corretta informazione alimentare e comportamentale usando come veicolo le ricette “mediterranee” nella rubrica “CUCINA” , arricchite anche di un po’ di storia degli alimenti . Le ricette sono semplici, spiegate nei minimi particolari, di facile e veloce esecuzione, anche per i meno esperti come i giovani e senza eccessive manipolazioni, lasciando pertanto intatte le caratteristiche salutari degli ingredienti. Ogni ricetta presenta anche l’indicazione dell’apporto calorico.

A cura della dott.ssa Anna Franca Freda