Arcaisti alla Reggia

Grazia Massa - Incroci di esistenzaFino al 26 giugno l’imponente complesso vanvitelliano di Terra di Lavoro ospita la mostra d’arte contemporanea “Arcaisti alla Reggia”, la collettiva a cura di Katia Princi Menniti presentata sabato 4 giugno, in occasione del vernissage, da Carlo Roberto Sciascia e Massimo Stefani. Nato per il bisogno di ritrovare nell’arte quei valori che l’hanno resa indispensabile all’animo umano, e quelle forme che nei secoli si evolvevano mutando con il graduale mutare della cultura e del sapere, «il Movimento Arcaista -come spiega il suo ideatore e fondatore, Massimo Stefani- è aperto a tutti e a tutte le forme d’Arte che siano state concepite attraverso il talento, le tecniche, la passione, la sensibilità e l’intelligenza umana. Quindi per creare qualcosa di nuovo confidiamo nella fantasia, e nel fatto che quel che facciamo oggi e faremo domani, potrà essere simile ma mai uguale a ciò che abbiamo fatto ieri». Il prestigioso evento espositivo, che gode del patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero degli Affari Esteri e della collaborazione della Pro Loco di Caserta, dell’Associazione “Arcaisti” e dell’Associazione Culturale “Ars Supra Partes”, offre un ampio e variegato ventaglio di risorse espressive e s’impreziosisce della presenza del celebre critico Paolo Levi. «Siamo felici di poter accogliere nel suo salone di rappresentanza la mostra delle opere di venti artisti che, aderendo all’Arcaismo, hanno voluto sottolineare di non essere condizionati dai “giochi prettamente commerciali e di potere”. È un onore per la nostra associazione turistica accogliere nella sede tanti artisti, provenienti da tutta l’ItaROSSELLA DI DONATO donna con maschera fucsia 50x70lia», ha affermato l’entusiasta presidente della Pro Loco di Caserta, Francesco Giaquinto. Un ritorno al figurativo senza dimenticare il concettuale, alle geometrie moderne senza sottrarre sinuosità alle forme, un ritorno alle origini dell’arte vista come espressione di un’emozione interiore e non come estrema provocazione, come grido afono dell’esasperato e incontentabile uomo contemporaneo. Un’opportunità di (ri)scoprire «artisti di vero talento le cui opere -sottolinea Carlo Roberto Sciascia- si pongono al pubblico senza filtri». A supportare l’esposizione un prestigioso catalogo che ai testi critici affianca una generosa panoramica dei lavori in mostra, per cogliere in un ricco colpo d’occhio la magia di questo coinvolgente viaggio.

Rosaria Morra